L’Unione europea è un treno in corsa verso il futuro
9 Maggio 2014 di Mauro Varotto
Oggi è la festa dell’Europa: sono passati 64 anni dalla famosa “Dichiarazione Schuman” che, il 9 maggio 1950, segnò una svolta epocale nei rapporti tra gli Stati europei, in particolare tra Francia e Germania, superando quelle divisioni e quei contrasti secolari che portarono a due devastanti guerre mondiali nel giro di pochi anni.
Per chi, come me, si ostina a credere nell’ideale e nel progetto dell’unificazione politica del continente europeo, è consolante sapere che l’Unione europea oggi è ancora un cantiere in costruzione, i cui lavori non si sono fermati, ma, anzi, continuano con un intenso e approfondito dibattito sul suo assetto futuro, dal quale l’Italia sembra del tutto assente.
Un dibattito che si basa sulle proposte contenute in una fondamentale relazione, intitolata “Verso un’autentica Unione economica e monetaria“, presentata pubblicamente, il 26 giugno 2012, dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, assieme ai presidenti della Commissione europea, José Manuel Durão Barroso e della Banca centrale europea, Mario Draghi, e all’allora presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.
La relazione avanza una serie di proposte concrete per costruire, nel corso di un decennio, quattro nuovi pilastri fondanti di una più solida architettura dell’Unione europea, che preveda, a completamento dell’unione monetaria, un’unione bancaria, un’unione economica, un’unione fiscale, in un quadro di rafforzamento della legittimità democratica e della responsabilità, quindi, attraverso un’unione politica.
Si tratta di un vero e proprio progetto politico, che apre la strada a un deciso rafforzamento del processo di integrazione europea, anche sulla base degli insegnamenti che sono emersi nel corso dell’attuale crisi finanziaria ed economica, che ha evidenziato tutte le carenze e i limiti dell’attuale assetto istituzionale dell’Unione europea.
Il percorso e le sue diverse tappe, per passare dall’unione monetaria a quella bancaria, all’unione fiscale, economica e, infine, politica dell’Europa, è contenuto in un secondo documento, presentato dalla Commissione europea il 28 novembre 2012, che si intitola: “Un piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita. Avvio del dibattito europeo”.
In questo piano sono individuate e descritte le iniziative concrete necessarie per attuare il nuovo progetto politico ed è fissato anche un calendario di massima per la loro attuazione: alcune iniziative sono già in corso, poiché possono essere attuate senza modificare i vigenti trattati dell’Unione europea; altre, invece, prevedono la stipula, tra i Paesi membri dell’Unione, di nuovi accordi.
Leggete bene i “titoli” delle iniziative programmate nei prossimi dieci anni: vi troverete, persino, gli euro-BOT!
L’Unione europea oggi è un treno in corsa, verso un nuovo futuro di pace e di prosperità, rispetto al quale l’Italia deve decidere quale ruolo e quale collocazione vuole avere.
Oggi è la festa di questo grande progetto politico di unione del continente europeo e lo voglio festeggiare con quella che, secondo me, è una delle definizioni che meglio aiutano a cogliere la sua vera “essenza”, il cui autore è stato un giurista di spirito davvero europeo e cosmopolita:
“L’integrazione europea non è un essere, ma un divenire, non è una situazione acquisita, ma è un processo; non è un risultato, ma l’azione mirata al raggiungimento di quel risultato”.
(Leontin-Jean Costantinesco, 1979)