Donazioni alimentari: le regole europee
24 novembre 2017 di Mauro Varotto
In base ai più recenti dati forniti da Eurostat, nel 2015, nell’Unione europea, quasi un quarto della popolazione (119,1 milioni di persone) era a rischio di povertà o di esclusione sociale e ben 42,5 milioni di persone non potevano permettersi un pasto di qualità un giorno su due.
Nel contempo, il rapporto finale di un progetto di prevenzione dei rifiuti alimentari finanziato dall’Unione europea, denominato “FUSIONS”, pubblicato nel marzo del 2016, ha stimato che ogni anno nell’Unione europea vengano prodotti circa 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, con costi stimati in 143 miliardi di euro.
I rifiuti alimentari non provocano solo un rilevante impatto economico e sociale, ma esercitano una pressione indebita sulle risorse naturali limitate e sull’ambiente: secondo i dati forniti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), circa un terzo del cibo prodotto complessivamente a livello mondiale va perso o sprecato.
In termini ambientali, gli alimenti che, successivamente al raccolto, vengono persi o sprecati lungo la filiera consumano circa un quarto di tutta l’acqua impiegata dall’agricoltura ogni anno e necessitano di una superficie coltivata della grandezza della Cina ; inoltre, i rifiuti alimentari generano ogni anno circa l’8 % delle emissioni globali di gas a effetto serra.
Che cosa fare per prevenire gli sprechi alimentari?
E’ il problema al quale cerca di dare risposta la Commissione europea in una recentissima comunicazione rivolta agli Stati membri dell’Unione, intitolata: “Orientamenti dell’UE sulle donazioni alimentari”.
Per prevenire gli sprechi, scrive la Commissione, si dovrebbe intervenire soprattutto alla fonte, limitando la produzione di eccedenze alimentari in ciascuna fase della filiera (produzione, trasformazione, distribuzione e consumo).
Tuttavia, se ciò non fosse sempre possibile, nel caso di eccedenze alimentari, “la migliore destinazione possibile, che garantisce il valore d’uso più elevato delle risorse alimentari idonee al consumo, è la loro ridistribuzione per l’alimentazione umana”.
Le donazioni di alimenti, infatti, non aiutano solo a combattere la povertà alimentare, ma “possono anche diventare una leva efficace per la riduzione delle eccedenze alimentari che vengono impiegate per usi industriali o destinate al trattamento in qualità di rifiuti e, infine, alla collocazione in discarica”.
Oggi, osserva sempre la Commissione europea, la ridistribuzione delle eccedenze alimentari è un fenomeno in crescita: sia da parte dei produttori che dei dettaglianti di generi alimentari, si registra una sempre maggiore volontà di donare gli alimenti in eccesso a banche alimentari e altre associazioni caritative.
Tuttavia, i prodotti ridistribuiti rappresentano ancora una quota modesta delle eccedenze alimentari commestibili totali disponibili nell’Unione europea: la Commissione cita l’esempio dei membri della Federazione europea delle banche alimentari (FEBA) che, nel 2016, sono riusciti a distribuire 535.000 tonnellate di cibo a 6,1 milioni di persone.
Si tratta di un quantitativo che rappresenta solo lo 0,6% del volume stimato di rifiuti alimentari prodotti annualmente nell’Unione.
Per aumentare i volumi delle donazioni alimentari risulta necessario individuare ed eliminare gli ostacoli giuridici e operativi, sia per i donatori sia per i riceventi, che troppo spesso si frappongono alla ridistribuzione di cibi sicuri e idonei al consumo nell’Unione europea.
La Commissione europea, pertanto, negli “Orientamenti dell’UE sulle donazioni alimentari”, fornisce agli Stati membri una serie importante di indicazioni che aiutano a chiarire la legislazione dell’Unione europea che si applica ai generi alimentari, al fine di favorire la donazione di alimenti. Si tratta di una iniziativa che si basa, peraltro, sul piano d’azione proposto dalla stessa Commissione alla fine del 2015 per promuovere un’economia circolare.
Questi orientamenti non sostituiscono gli orientamenti dettati dai singoli Stati membri sulle donazioni alimentari, ma li integrano, limitandosi ad affrontare le problematiche di portata europea.
Anzi, la Commissione invita tutti gli Stati membri a dotarsi di orientamenti, preparandoli assieme ai soggetti del privato sociale che si occupano della ridistribuzione e alle altre autorità competenti a livello nazionale e/o regionale, perché essi svolgono un ruolo importante nel garantire la sicurezza alimentare e la rintracciabilità dei prodotti e contribuiscono a chiarire ruoli e responsabilità dei vari attori che intervengono nel recupero e nella ridistribuzione delle eccedenze alimentari.
Quindi, i temi affrontati dagli orientamenti dell’UE sulle donazioni alimentari – che interessano esclusivamente le fasi del recupero e della ridistribuzione, da parte degli operatori del settore alimentare, di alimenti forniti a titolo gratuito da chi li detiene (ad esempio: agricoltori, produttori e dettaglianti di generi alimentari) – sono la rintracciabilità e la sicurezza alimentare, le norme di igiene, le informazioni da fornire ai consumatori finali, le indicazioni relative alla data di consumo, nonché le modalità e i limiti di interventi statali di carattere fiscale sui prodotti alimentari oggetto di donazioni, con particolare riferimento all’IVA e agli incentivi fiscali.
Il principio guida dell’intera disciplina europea è uno: “le eccedenze alimentari possono essere ridistribuite a condizione che siano idonee al consumo umano e conformi a tutti i requisiti di sicurezza alimentare specificati dalle norme dell’UE in materia di sicurezza degli alimenti e di informazioni alimentari ai consumatori e dalle norme nazionali pertinenti”.
Entro questi limiti, tra gli alimenti idonei alla donazione possono esserci, ad esempio, prodotti che: non rispettano le specifiche del produttore o del cliente; presentano alterazioni a livello dell’imballaggio e/o dell’etichettatura che tuttavia non compromettono né la sicurezza dell’alimento né l’informazione al consumatore; recano un’indicazione di carattere temporale (prodotti destinati a un particolare periodo di festa o a una particolare attività promozionale); sono raccolti nei campi con il consenso del produttore; hanno superato la data indicata nella dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” ma possono ancora essere consumati in sicurezza; sono stati raccolti e/o confiscati dalle autorità di regolamentazione per motivi non attinenti alla sicurezza alimentare.
Per il resto, gli operatori del settore alimentare possono ridistribuire le eccedenze alimentari e svolgere attività di donazione in ogni fase della filiera.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Orientamenti dell’UE sulle donazioni alimentari, pubblicata in GU UE C 361 del 25 ottobre 2017, p. 1
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare, doc. COM(2015) 614 del 2 dicembre 2015