Strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

11 dicembre 2020 di Mauro Varotto

La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata vent’anni fa e diventata giuridicamente vincolante dal 2009, ha rappresentato un grande passo avanti nel processo di integrazione europea e un’importante conferma del fatto che l’Unione si basa sui diritti fondamentali, sulla democrazia e sullo Stato di diritto.

Negli ultimi dieci anni la Carta ha portato a una maggiore promozione e tutela dei diritti fondamentali dei cittadini nell’Unione europea: in particolare, grazie ad essa è sorta una nuova legislazione dell’Unione che tutela e promuove direttamente alcuni diritti fondamentali, a esempio negli ambiti della protezione dei dati, della parità di genere, della protezione degli informatori, del giusto processo, dei diritti della difesa e delle vittime di reati.

La Relazione sui diritti fondamentali 2020 (Fundamental Rights Report 2020), pubblicata lo scorso 11 giugno dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (oggi divenuta organismo di riferimento per l’Unione e i suoi Stati membri in grado di fornire dati e analisi comparabili sui diritti fondamentali) evidenzia altresì lo sviluppo di una copiosa giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che fa esplicito riferimento ai principi sanciti della Carta in una gamma sempre più ampia di settori politici.

Tuttavia, anche se oggi può sembrare un tema scontato nella nostra evoluta Europa, il rispetto dei diritti fondamentali non è un dato acquisito per sempre, perché continuano a emergere nuove sfide, ad esempio, in materia violazioni dello Stato di diritto e delle libertà democratiche (come è noto, la Commissione ha promosso nel 2019 e nel 2020 due procedure di infrazione, rispettivamente contro l’Ungheria e la Polonia), ma anche con riferimento ai temi della migrazione e della sicurezza; più di recente, la pandemia da COVID-19 ha comportato restrizioni a un’ampia gamma di diritti e di libertà fondamentali, quali la libertà di circolazione, la libertà di riunione, la libertà di religione, la libertà d’impresa, il diritto alla protezione dei dati e la libertà di espressione.

Inoltre, quello dei diritti fondamentali può sembrare un tema lontano dalla nostra realtà quotidiana, ma, solo per fare un esempio delle sue concrete implicazioni, la “Effettiva applicazione e attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” è una delle principali “condizioni abilitanti” perché uno Stato possa accedere ai fondi della politica di coesione per il periodo 2021-2027. I regolamenti sui fondi a finalità strutturale, infatti, chiedono a ciascuna Autorità di gestione dei relativi programmi, da un lato, di porre in atto meccanismi di verifica della conformità delle operazioni finanziate dai fondi ai diritti riconosciuti dalla Carta; dall’altro, di riferire gli esiti di tali verifiche al Comitato di sorveglianza, che vigila sulla attuazione dei singoli programmi operativi, segnalando gli eventuali casi di non conformità alla Carta delle operazioni sostenute dai fondi e di denunce relative a presunte violazioni della Carta, e indicando, nel contempo, le misure correttive adottate, il tutto sulla base della prassi indicata dalla Commissione stessa nella Guida all’osservanza della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nell’attuazione dei fondi strutturali e di investimento europei del 2016.

La nuova strategia decennale per l’effettiva applicazione della Carta

Pertanto, le nuove sfide e i nuovi sviluppi nel campo della tutela dei diritti fondamentali richiedono un rinnovato impegno per garantire che le istituzioni dell’Unione e gli Stati membri applichino la Carta al massimo delle sue potenzialità.

In questo contesto, la Commissione europea ha appena adottato una nuova Strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che è parte del concomitante Piano d’azione europeo per la democrazia.

Come la precedente del 2010, essa avrà una durata decennale.

Come ho ricordato all’inizio dell’articolo, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è diventata giuridicamente vincolante dal 1° dicembre 2009, data di entrata in vigore dei Trattati sull’Unione europea (TUE) e sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), dei quali essa costituisce un allegato.

Infatti, in virtù dell’articolo 6, paragrafo 1, primo comma, del TUE, la Carta ha lo stesso valore giuridico dei Trattati e, pertanto, essa ha efficacia vincolante per le Istituzioni dell’Unione in tutte le azioni da esse compiute e per gli Stati membri quando attuano il diritto dell’Unione.

Anche in Italia, quindi – che, con la legge 2 agosto 2008, n. 130, ha ratificato e dato esecuzione ai Trattati e alla Carta – tutte le pubbliche amministrazioni e i giudici nazionali, nell’ambito delle rispettive sfere di competenza, sono obbligati a garantire la piena efficacia delle norme della Carta e di tutelare i diritti conferiti da quest’ultima ai cittadini (applicazione diretta del diritto dell’Unione), disapplicando qualsiasi contraria disposizione del diritto nazionale, sia essa precedente o successiva alla norma dell’Unione (supremazia del diritto dell’Unione sul diritto nazionale).

Tuttavia, è da sottolineare che agli Stati la Carta si applica esclusivamente con riferimento alle normative di diritto interno che attuano il diritto dell’Unione europea: è il caso delle norme, nazionali e/o regionali, che attuano i fondi per la coesione (ad esempio, i bandi che assegnano le relative risorse), le quali devono assicurare, come scrivevo all’inizio, la “Effettiva applicazione e attuazione della Carta (…)”.

La nuova strategia decennale della Commissione europea è imperniata su quattro pilastri d’azione, che definiscono i criteri per l’attuazione della Carta nel prossimo decennio:

  1. Garantire l’effettiva applicazione della Carta da parte degli Stati membri: come ho ricordato, la Carta è vincolante per gli Stati membri nell’attuazione del diritto dell’Unione. La Commissione collaborerà strettamente con gli Stati membri ed è pronta ad aiutarli mediante il dialogo ad attuare efficacemente il diritto dell’Unione e ad assicurare il pieno rispetto della Carta, anche nei finanziamenti europei. Gli Stati membri sono invitati a designare un punto di riferimento per la Carta (Charter focal point), al fine di agevolare il coordinamento e la condivisione delle informazioni. Dal 2021 la Commissione redigerà una relazione annuale sull’applicazione della Carta negli Stati membri in specifici ambiti. La relazione del 2021 sarà dedicata ai diritti fondamentali nell’era digitale;
  2. Responsabilizzare le organizzazioni della società civile, i difensori dei diritti e gli operatori della giustizia: la Commissione monitorerà da vicino i provvedimenti nazionali che si ripercuotono sulle attività della società civile e che sono contrari al diritto dell’Unione e adotterà misure contro di essi. Alcuni Stati membri non dispongono ancora di istituzioni nazionali per i diritti umani pienamente funzionanti, che svolgano l’importante ruolo di collegamento tra il governo e la società civile. Gli Stati membri sono invitati a creare tali istituzioni e a garantire che dispongano dei mezzi necessari per operare in piena indipendenza. La Commissione promuoverà, infine, azioni di formazione sulla Carta per i giudici, altri operatori della giustizia e i difensori di diritti;
  3. Promuovere l’uso della Carta come “bussola” da parte delle istituzioni dell’UE: le istituzioni dell’Unione europea devono rispettare la Carta in tutte le loro azioni. La Commissione rafforzerà la sua capacità interna in materia di rispetto della Carta, anche attraverso l’e-learning, orientamenti aggiornati per il personale e piani di formazione. La Commissione è pronta a sostenere il Parlamento europeo e il Consiglio affinché applichino efficacemente la Carta nelle rispettive attività;
  4. Rafforzare la consapevolezza dei cittadini dei propri diritti ai sensi della Carta: da un recente sondaggio Eurobarometro sulla conoscenza della Carta, che ho avuto modo di presentare in un precedente articolo, emerge che solo il 42 % degli intervistati ha sentito parlare della Carta e solo il 12 % sa realmente cosa sia. Sei intervistati su dieci desiderano saperne di più sui loro diritti e su a chi rivolgersi in caso di violazione dei propri diritti sanciti dalla Carta. A tal fine, la Commissione avvierà una campagna d’informazione sulla Carta e utilizzerà il programma Erasmus+ per sensibilizzare i giovani. La Commissione incoraggia gli Stati membri a sviluppare proprie iniziative di sensibilizzazione.

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in GU UE C 202 del 7.6.2016, pagg. 389–405

Comunicazione della Commissione europea, Strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, doc. COM(2020) 711 del 02.12.2020

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