Il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici
27 novembre 2014 di Mauro Varotto
La prima importante iniziativa della nuova Commissione europea, presieduta da Jean-Claude Juncker, si intitola: “Un piano di investimenti per l’Europa”. Essa ha l’obiettivo di mobilitare, nel triennio 2015-2017, almeno 315 miliardi di investimenti, aggiuntivi rispetto a quelli già programmati e finanziati dall’Unione europea, in alcuni settori strategici a livello europeo, quali le infrastrutture, in particolare la banda larga e le reti energetiche, le infrastrutture di trasporto, specialmente negli agglomerati industriali, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
Rilanciare l’occupazione, la crescita e gli investimenti, come ho scritto in un precedente articolo, è la prima delle dieci priorità strategiche del programma politico della Commissione, insediatasi meno di un mese fa.
Il piano della Commissione propone un nuovo approccio che, senza aumentare le spesa pubblica, tenta di massimizzare l’impatto delle scarse risorse pubbliche disponibili, utilizzandole per sbloccare e mobilitare gli investimenti privati.
Infatti, a differenza di alcuni anni fa, grazie anche al miglioramento della situazione dell’economia e dei mercati finanziari e agli interventi della Banca centrale europea in materia di politica monetaria, la liquidità disponibile presso gli istituti finanziari (banche, fondi pensione, assicurazioni, ecc.) e le imprese è molto ampia. Inoltre, in molti Stati membri si registrano livelli elevati di risparmio privato.
Il problema dell’Europa, in questo momento, è che questa enorme massa di liquidità non raggiunge l’economia reale.
Per superare questo grave ostacolo che frena la crescita e rallenta l’uscita dalla crisi dell’Europa, il piano proposto dalla Commissione europea si snoda lungo tre linee di intervento:
- la creazione di nuovi strumenti finanziari, in particolare, di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS): gestito congiuntamente dalla Commissione europea e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), coprirà parte del rischio associato, da un lato, agli investimenti a lungo termine e, dall’altro, al finanziamento delle piccole e medie imprese (PMI) e delle cosiddette imprese a media capitalizzazione (imprese che occupano tra i 250 e i 3.000 dipendenti);
- la costituzione di una riserva di importanti progetti strategici a livello europeo: in questo momento, il problema più grave non sembra essere la mancanza di finanziamenti, ma la diffusa sensazione che manchino progetti validi sui quali investire, soprattutto dal punto di vista della fattibilità tecnica, della sostenibilità economico-finanziaria e, non da ultimo, della redditività. Per questo motivo verrà anche istituito, presso la BEI, uno “sportello unico” di consulenza e assistenza tecnica alle parti interessate alla elaborazione e realizzazione di grandi progetti di investimento, sia del settore pubblico che investitori privati;
- infine, la definizione di un contesto normativo più prevedibile e più favorevole agli investimenti delle imprese – a livello europeo, nazionale e regionale -, incentrato sul completamento del mercato unico digitale, dell’energia, dei trasporti e dei mercati dei capitali, in modo da rimuovere gli ostacoli agli investimenti e rendere l’Europa più attraente anche per gli investimenti diretti esteri.
Il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici
Il FEIS sosterrà i progetti più rischiosi e, nel contempo, di più grande interesse strategico per l’Unione europea: esso, quindi, andrà oltre gli attuali programmi dell’Unione europea e le attività più tradizionali della BEI e di altre istituzioni finanziarie, fornendo garanzie alle operazioni di investimento più complesse da strutturare.
Il meccanismo di funzionamento del nuovo fondo è semplice: nell’ambito del bilancio generale dell’Unione europea sarà costituita una garanzia di 16 miliardi di euro, che andrà al FEIS; la BEI impegnerà altri 5 miliardi di euro.
Questa riserva di 21 miliardi di euro offrirà una protezione parziale dal rischio (protezione dalle prime perdite) alla BEI, la quale potrà, a sua volta, offrire prodotti finanziari che assorbiranno un rischio maggiore rispetto ai prodotti tradizionali, senza rischiare di perdere la tripla A nel rating internazionale.
Il FEIS, infatti, si servirà di un’ampia gamma di strumenti, compresi garanzie, capitale proprio, vari strumenti di debito e di capitale di rischio per le PMI, al fine di attirare il massimo volume di investimenti privati: lo strumento di intervento dipenderà dal singolo progetto e dal modo in cui sarà strutturato.
La Commissione europea stima, in base alla propria esperienza, che per ogni euro garantito dal FEIS saranno mobilitati almeno 15 euro di investimenti: quindi, questa riserva per il rischio pari a 21 miliardi di euro consentirà di catalizzare investimenti per almeno 315 miliardi di euro.
Anche i singoli Stati membri potranno contribuire al FEIS con apporti di capitale, direttamente o attraverso le banche di promozione nazionali o enti analoghi (in Italia, la Cassa depositi e prestiti): questi apporti di capitale saranno considerati dalla Commissione in modo favorevole nell’ambito delle valutazioni relative al rispetto del patto di stabilità e crescita.
Al FEIS potranno partecipare pure gli investitori privati, anche se sarà più probabile che questi concorreranno al finanziamento di singoli progetti, per la cui realizzazione, infatti, saranno possibili varie forme di partenariato pubblico-privato, anche attraverso veicoli di finanziamento complementari, come ad esempio i fondi di investimento a lungo termine europei, oggetto di una proposta legislativa che dovrebbe essere approvata nel primo semestre del 2015.
Tipologie di investimenti sostenuti dal FEIS
Il FEIS, da un lato, garantirà investimenti a lungo termine, tra cui, in particolare, ma non solo:
- infrastrutture strategiche (in particolare, investimenti nel digitale e nell’energia in linea con le politiche dell’Unione);
- infrastrutture di trasporto in agglomerati industriali, istruzione, ricerca e innovazione.
Nella seguente tabella è esemplificato il meccanismo di funzionamento del FEIS per il finanziamento degli investimenti a lungo termine, che assorbiranno circa i tre quarti delle disponibilità del fondo.
Dall’altro lato, una parte dei nuovi finanziamenti sosterrà, mediante il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) della stessa BEI, anche il finanziamento del rischio per le PMI e le imprese a media capitalizzazione in tutta Europa e misure a favore dell’occupazione giovanile.
La tabella illustra i meccanismi di sostegno del FEIS alle PMI e alle imprese a media capitalizzazione.
Il Fondo europeo per gli investimenti strategici finanzierà non solo i singoli progetti, ma potrà anche sostenere strutture di fondi privati, quali i citati fondi di investimento europei a lungo termine (ELTIF), create da investitori privati e/o da banche di promozione nazionali.
Modalità di selezione dei progetti
I progetti saranno proposti dai singoli Stati membri, ma saranno valutati e selezionati dalla task force congiunta Commissione-BEI in base a tre criteri fondamentali:
- valore aggiunto europeo (progetti a sostegno degli obiettivi della strategia “Europa 2020” dell’Unione europea);
- redditività e valore economici, dando priorità ai progetti a elevato rendimento socio-economico;
- progetti che possano essere avviati al più tardi entro i prossimi tre anni, ossia entro un orizzonte temporale ragionevole per la spesa in conto capitale nel periodo 2015-2017.
Non vi saranno, quindi, pre-assegnazioni tematiche o geografiche, come avviene, ad esempio, per i Fondi strutturali e di investimento europei.
La task force congiunta Commissione-BEI dovrebbe fornire un primo elenco di possibili progetti di investimento nel corso del mese di dicembre, al fine di avviare la creazione di una riserva europea trasparente di progetti.
Tempi e modalità di istituzione del FEIS
Per istituire il FEIS e prevederne le modalità di finanziamento sarà necessario un regolamento, poichè i 16 miliardi di garanzia forniti dall’Unione europea saranno coperti dai fondi UE attualmente disponibili nell’ambito del margine di flessibilità del bilancio generale dell’Unione, del Meccanismo per collegare l’Europa e del programma “Orizzonte 2020”: la Commissione presenterà la relativa proposta in tempi brevi, in modo che il FEIS possa diventare operativo entro la metà del 2015.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Al “Piano di investimenti per l’Europa e al FEIS è dedicato un apposito sito web.
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti, Un piano di investimenti per l’Europa, COM(2014) 903 del 26 novembre 2014
La proposta del presidente Jean-Claude Juncker si basa su alcune iniziative intraprese dalla precedente Commissione europea, che contengono alcuni dettagli tecnici sui finanziamenti degli investimenti a lungo termine: