Il finanziamento europeo degli investimenti attraverso il “blending” in Italia e in Europa

11 gennaio 2019 di Mauro Varotto

Ho già presentato in questo blog il Piano di investimenti strategici per l’Europa, la prima, innovativa iniziativa lanciata dalla Commissione europea, presieduta da Jean-Claude Juncker, per favorire la ripresa degli investimenti pubblici e privati in Europa e ho anche illustrato gli importanti successi del suo primo anno di attuazione, che hanno indotto la Commissione europea, da un lato, a proporre di raddoppiare subito la dotazione iniziale del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), che è lo strumento finanziario attraverso il quale il Piano viene attuato; dall’altro lato, di estenderne la durata, inizialmente prevista per il triennio 2015-2018, fino al 2020.

Che cosa è il blending e come funziona

Il Piano di investimenti per l’Europa prevede innovativi meccanismi di finanziamento, fondati sul cosiddetto blending, cioè su operazioni di finanziamento misto che combinano sovvenzioni, prestiti e garanzie del bilancio dell’Unione europea, forniti da istituti di finanziamento pubblici, quali le banche di sviluppo, nonché da banche, intermediari finanziari e altri investitori privati.

A differenza delle sovvenzioni consistenti in contributi a fondo perduto, tali meccanismi, come ho avuto modo di evidenziare nei precedenti articoli del blog, permettono un effetto moltiplicatore della spesa pubblica, attraverso il coinvolgimento di investitori privati,  i quali, grazie anche ai sistemi di selezione degli investimenti e garanzia predisposti dalla parte pubblica, sono incentivati a investire risorse proprie in progetti imprenditoriali o infrastrutturali.

Le operazioni di finanziamento misto sono gestite o direttamente dalla Commissione europea o attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI) o da piattaforme di finanziamento, pubbliche o private, alle quali l’Unione fornisce il proprio contributo: in Italia, a esempio, la legge di stabilità 2016 (legge n. 208/2015, art. 1, commi 822-830) ha qualificato Cassa Depositi e Prestiti spa (CDP) quale Istituto nazionale di promozione delle operazioni finanziarie relative alle piattaforme di investimento ammissibili al FEIS. In tale contesto, CDP spa può impiegare le risorse della gestione separata per contribuire a realizzare gli obiettivi del FEIS, tra l’altro, mediante il finanziamento di piattaforme d’investimento e di singoli progetti, pubblici e privati, non solo di investimento produttivo o infrastrutturale, ma anche, ad esempio, di ricerca e innovazione.

Le imprese e gli enti pubblici che intendono realizzare investimenti attraverso l’utilizzo di tali strumenti di finanziamento misto, partecipano candidando liberamente i propri progetti presso tali piattaforme – che si avvalgono di sportelli virtuali per la raccolta dei progetti – le quali, tramite specifici servizi di consulenza finanziaria dedicati, costruiranno l’intera operazione finanziaria, dalla ricerca dei fondi pubblici a quella dei finanziatori privati.

L’effetto leva del blending

Per comprendere le risorse in gioco e l’effetto leva del blending, tra il 2015 e il 2018, impegnando 50 miliardi di euro del proprio bilancio, l’Unione europea ha finanziato investimenti, pubblici e privati, per oltre 371 miliardi di euro. Inoltre, alla conclusione del periodo di operatività del FEIS, entro il 2020, la Commissione europea prevede di impegnare, in tutto, 70 miliardi di euro del bilancio dell’Unione che genereranno investimenti per 500 miliardi di euro, come evidenzia il seguente grafico elaborato dalla Commissione europea:

 

Il ruolo del blending nella programmazione UE 2021-2027

Il successo di tali meccanismi di finanziamento ha indotto la Commissione europea non solo a inserire il blending in maniera permanente tra gli strumenti finanziari del bilancio dell’Unione europea (oggi è disciplinato dal nuovo Regolamento finanziario approvato il 18 luglio scorso), ma anche a prevedere, nella futura programmazione 2021-2027, una sua estensione nell’ambito di un programma dedicato, denominato InvestEU, che succederà al FEIS.

Il blending giocherà un ruolo sempre più importante in diversi altri programmi pluriennali nell’ambito del sostegno agli investimenti nei settori delle infrastrutture e dei servizi digitali (programma Europa digitale), delle infrastrutture di trasporto, energia e telecomunicazioni (Meccanismo per collegare l’Europa), dei progetti di ricerca e innovazione (Programma-quadro di ricerca e innovazione Orizzonte Europa), dei progetti di sostegno alle piccole e medie imprese (Programma per il mercato unico e la competitività delle imprese), dei progetti in campo ambientale (Programma Life) e, infine, nell’ambito del programma spaziale europeo e del Fondo europeo per la difesa.

Le tradizionali sovvenzioni a fondo perduto continueranno ad esistere, ma saranno orientate sempre più al finanziamento di piccoli progetti da parte di piccole imprese che hanno difficoltà nell’accesso al credito e nella gestione di strumenti finanziari complessi – ad esempio, nel settore agricolo o delle microimprese artigiane – oppure di iniziative di ricerca, sviluppo, formazione che coinvolgono enti – quali enti pubblici di ricerca e Università – ai quali le operazioni di finanziamento misto sono precluse dai rispettivi ordinamenti contabili.

I risultati delle operazioni europee di blending in Italia

Per comprendere le potenzialità del blending, anche rispetto ai futuri programmi dell’Unione europea, è sufficiente guardare agli investimenti, infrastrutturali e imprenditoriali, che l’Unione europea ha promosso in Italia tramite tale meccanismo di finanziamento.

Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, il totale dei finanziamenti erogati all’Italia dal FEIS alla fine del 2018 è pari a 9,4 miliardi di euro, che dovrebbero mobilitarne altri 55 di investimenti aggiuntivi.

In particolare, in Italia sono stati approvati:

  • 80 progetti in settori quali energia, infrastrutture sociali, trasporti, digitale, agricoltura, ambiente e impiego efficiente delle risorse, ricerca, sviluppo e innovazione, microimprese, finanziati dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) con il sostegno del FEIS per circa 6,9 miliardi di euro, che stanno generando oltre 30 miliardi di euro di investimenti;
  • 70 accordi di finanziamento a favore delle piccole e medie imprese (PMI) italiane con banche intermediarie o fondi finanziati dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) con il sostegno del FEIS, per circa 2,5 miliardi di euro di finanziamento complessivo: questa somma stanziata per l’Italia dovrebbe generare investimenti delle imprese per circa 24,5 miliardi di euro da parte di circa 215.381 PMI e imprese a media capitalizzazione che dovrebbero beneficiare di un migliore accesso ai finanziamenti.

 

Le tipologie di progetti finanziati in Italia

Tra i più significativi progetti finanziati in Italia, la Commissione europea segnala i seguenti:

Servizi idrici Acquedotto pugliese

Acquedotto pugliese ha presentato un progetto di investimenti complessivi per oltre mezzo miliardo di euro, finalizzato a ridurre lo spreco di acqua, mantenere l’efficienza degli impianti, migliorare la qualità dell’acqua, aumentare la quantità di acqua disponibile pro capite, e estendere le zone coperte dai servizi idrici e di gestione delle acque reflue.

Tale progetto ha ottenuto un finanziamento del FEIS per 200 milioni di euro.

Ospedale di Treviso

La BEI mette a disposizione 70 milioni di euro nel quadro del piano di investimenti di 267 milioni di euro previsto da Ospedal Grando Spa a sostegno della progettazione, della costruzione e del funzionamento della nuova Cittadella della Salute, all’interno dell’ospedale di Treviso Cà Foncello. Il progetto prevede la ristrutturazione di alcuni edifici esistenti e la costruzione di nuovi impianti, compreso un centro medico potenziato con quasi 1.000 posti letto e nuovi centri di ricerca e logistici.

Italgas spa

La BEI fornisce 300 milioni di euro dei 620 che Italgas spa prevede di spendere per installare contatori intelligenti del gas in Italia, al fine di migliorare l’efficienza del sistema di distribuzione di gas, aumentare l’informazione e la consapevolezza dei clienti, agevolando nel contempo la lettura a distanza.

Dolomiti Energia spa

Sempre la BEI sta erogando a Dolomiti Energia un prestito di 100 milioni di euro per rinnovare e sviluppare le proprie reti di distribuzione dell’elettricità e del gas. In particolare, il progetto, del costo complessivo di 180 milioni di euro, intende potenziare e ammodernare gli impianti idroelettrici nella Provincia autonoma di Trento.

L’elenco degli 80 progetti finanziati in Italia e delle convenzioni per il finanziamento delle imprese, è disponibile sul sito Internet della BEI, il cui link è riportato in appendice all’articolo.

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Piano di investimenti: Italia

Elenco completo degli investimenti del FEIS in Italia, sul sito della BEI.

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