La politica dell’Unione europea per le vaccinazioni

4 gennaio 2019 di Mauro Varotto

La scienza moderna nasce in Europa e uno dei suoi prodotti più importanti per il bene dell’umanità è stata la scoperta della vaccinazione, come tecnica per sconfiggere le malattie infettive.

La vaccinazione, infatti, ha portato benefici sanitari e socioeconomici immensi agli individui, alle popolazioni e alla società nel suo complesso, come evidenzia la Commissione europea in un recente documento sul tema, dove osserva che:

“Grazie alla vaccinazione, l’umanità è riuscita a debellare il vaiolo, che ha causato almeno trecento milioni di decessi solo nel ventesimo secolo, mentre è ormai vicina la completa eradicazione della poliomielite, un’altra straordinaria minaccia per la salute umana. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, i vaccini permettono oggi di salvare tra 1 e 3 milioni di vite ogni anno e nel prossimo decennio si prevede che essi salveranno ulteriori 25 milioni di persone . In tutti gli Stati membri dell’UE, malattie quali difterite e tetano sono ormai eventi molto rari ed enormi progressi sono stati compiuti anche nel controllo di malattie come pertosse e rosolia”.

Tuttavia, negli ultimi anni, anche in Europa, sono sorte nuove sfide legate, da un lato, alla insufficiente copertura vaccinale; dall’altro lato, ai crescenti timori sulla sicurezza dei vaccini.

Per questi motivi, la Commissione europea e i Ministri della Sanità dei 28 Stati membri dell’Unione europea hanno deciso di adottare una serie di iniziative per assicurare un rafforzamento della cooperazione a livello europeo nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino.

In questo articolo, se ne analizzeranno le motivazioni e, soprattutto, le azioni concrete che saranno attuate.

La copertura vaccinale in Europa è ancora insufficiente

Segnala la Commissione europea, in una recente comunicazione, che, negli ultimi anni, significativi focolai di malattie prevenibili da vaccino e una serie di eventi con una rilevanza che va ben al di là dei confini nazionali, hanno portato in primo piano i persistenti divari presenti nell’Unione europea in termini di copertura vaccinale.

Il morbillo rappresenta una sfida particolare. Negli ultimi anni si è assistito a un clamoroso ritorno della malattia in Europa: più di 14.000 casi di malattia sono stati segnalati solo nel 2017, equivalenti a più di tre volte il numero di casi riferiti nel 2016. La causa di fondo rimane un’adesione alle vaccinazioni subottimale, al di sotto della percentuale minima richiesta del 95%.

L’Europa non riesce a debellare il morbillo, come invece stabilito dagli obiettivi concordati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e l’accumulo nel corso del tempo di bambini suscettibili al morbillo, stimato a quasi 4 milioni tra il 2006 e il 2016, richiede un intervento politico e di sanità pubblica.

Nel seguente grafico sono indicati i tassi di copertura della vaccinazione contro il morbillo nell’UE nel 2016 nei diversi Paesi Europei.

Fonte: JRF (Joint Reporting Form) OMS/UNICEF

 

Recenti casi mortali di difterite registrati in Europa hanno ricordato che i soggetti non immunizzati contro malattie di rara osservazione rimangono a rischio: nel 2016 la copertura vaccinale per la difterite, il tetano e la pertosse tra i bambini nell’Unione era inferiore al richiesto 95% e vi è ancora la necessità di assicurare una protezione costante nell’età adulta, in particolare tra viaggiatori, persone anziane e soggetti che hanno legami sociali con paesi endemici.

Inoltre i tassi di vaccinazione contro l’influenza stagionale nell’Unione europea restano significativamente al di sotto dell’obiettivo di copertura del 75% per i soggetti di età superiore a 65 anni e appaiono in ulteriore calo. Nonostante la dimostrata gravità dell’influenza tra le persone più anziane, solo uno degli Stati membri dell’Unione europea ha raggiunto l’obiettivo di copertura: il Regno Unito.

Infine, altro aspetto allarmante, è il fatto che diversi focolai di malattia negli ultimi anni sono stati collegati alla trasmissione da parte di operatori sanitari: questo fatto solleva questioni fondamentali per la sicurezza dei pazienti, nonostante vi siano precise norme europee che stabiliscono requisiti minimi per assicurare la tutela degli operatori sanitari, inclusa la necessità di proporre la vaccinazione ai soggetti non precedentemente immunizzati.

Le fonti ufficiali dei dati appena citate sono indicate nella Comunicazione della Commissione europea sul “Rafforzamento della cooperazione nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino” riportata in appendice.

Cresce il fenomeno della cosiddetta “esitazione vaccinale”

Una sfida importante in Europa è rappresentata dai timori legati alla sicurezza dei vaccini: questi timori sono un elemento determinante della cosiddetta “esitazione vaccinale” (cioè, il ritardo o il rifiuto dei vaccini), sia per il pubblico sia per gli operatori sanitari, nonostante il fatto che i vaccini nell’Unione europea siano sottoposti a test rigorosi, sia prima sia dopo l’autorizzazione, in accordo con specifiche norme europee.

Nel grafico seguente sono riportati i risultati di una indagine condotta in Europa sulle cause alla base della esitazione vaccinale.

Fonte: Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), Rapid literature review on motivating hesitant population groups in Europe to vaccinate, Stoccolma, 2015.

 

Perché, nonostante gli enormi benefici generali, si sta diffondendo la diffidenza verso la vaccinazione?

Secondo la Commissione europea, alla base di tale fenomeno operano due fattori: la riduzione dell’incidenza di determinate malattie e le iniziative intraprese dagli antivaccinisti.

L’effetto combinato di tali fattori è quello di spostare l’attenzione dai pericoli, e addirittura dal rischio di morte, rappresentati da malattie ormai non più così frequenti, verso la paura di eventi collaterali non dimostrati.

Inoltre, la “rapida diffusione di informazioni inesatte attraverso i social media e da parte di ferventi antivaccinisti hanno alimentato convinzioni errate che stanno allontanando l’attenzione del pubblico dai benefici individuali e collettivi della vaccinazione e dai rischi posti dalle malattie infettive e stanno accrescendo la diffidenza e i timori nei confronti di eventi avversi non dimostrati”.

Questa diffusione della disinformazione, intesa come informazione rivelatasi falsa o fuorviante, attraverso i mezzi di comunicazione online rende molto difficile per coloro che cercano informazioni affidabili sui vaccini separare i fatti scientifici dalle affermazioni infondate.

La risposta a livello europeo

Per rispondere a queste sfide, la Commissione europea ritiene essenziali, innanzitutto, investimenti non solo in termini monetari, ma anche nella formazione degli operatori sanitari in materia di vaccinazione.

In secondo luogo, pur sottolineando che: “I programmi di vaccinazione sono di competenza nazionale e, pertanto, le decisioni in merito all’introduzione, al finanziamento e all’attuazione delle politiche di vaccinazione rimangono a livello nazionale”, tuttavia, la Commissione europea ritiene necessaria un’azione a livello europeo per conseguire progressi significativi e trasformare le visioni politiche in piani di vaccinazione operativi efficaci, a livello nazionale e di Unione europea, per proteggere la salute dei cittadini in conformità ai Trattati europei.

Infatti, le malattie prevenibili da vaccino non sono circoscritte ai confini nazionali e le basse coperture vaccinali di uno Stato membro mettono a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini in tutta l’Unione.

Non è da dimenticare, in proposito, che uno degli obiettivi fondamentali dell’Unione europea è quello di garantire un livello elevato di protezione della salute umana e la vaccinazione è oggi “uno degli interventi di sanità pubblica più efficienti in termini di costi, un pilastro dei programmi di prevenzione a livello mondiale e la principale misura elettiva per la prevenzione dalle malattie infettive”.

 

Un quadro d’azione comune e una strategia politica europea

La Commissione europea, quindi, ha presentato un quadro d’azione con una serie di interventi che dovranno essere intrapresi a livello europeo, con la collaborazione degli Stati membri, nell’ambito di tre pilastri fondamentali:

1) affrontare l’esitazione vaccinale e migliorare la copertura vaccinale;

2) sviluppare politiche di vaccinazione sostenibili nell’intera Unione;

3) attivare un coordinamento a livello europeo per contribuire alla salute globale.

Assieme a tale programma, la Commissione europea ha proposto ai 28 Stati membri di adottare una strategia politica comune per rafforzare la cooperazione nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino.

Il 7 dicembre scorso i Ministri della Sanità di tutti gli Stati membri dell’Unione europea, all’unanimità, hanno adottato una Raccomandazione che da il via alla cooperazione in questo nuovo ambito: si tratta della “Raccomandazione del Consiglio, del 7 dicembre 2018, relativa al rafforzamento della cooperazione nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino”.

Tutti i Ministri della Sanità, nel ribadire che: “La vaccinazione è una delle misure di sanità pubblica più potenti ed efficienti in termini di costi sviluppate nel XX secolo e rimane lo strumento principale per la prevenzione primaria delle malattie trasmissibili”, hanno concordato, tra gli altri, i seguenti obiettivi comuni:

  • elaborare e attuare piani di vaccinazione a livello nazionale e/o regionale, laddove opportuno, volti ad aumentare la copertura vaccinale al fine di raggiungere gli obiettivi e i traguardi del piano d’azione europeo per i vaccini dell’OMS entro il 2020.
  • mirare a conseguire entro il 2020, in particolare per il morbillo, un tasso di copertura vaccinale del 95%, con due dosi di vaccino per la popolazione in età pediatrica interessata, e di adoperarsi per colmare i divari nell’immunizzazione in tutte le altre fasce d’età, al fine di debellare il morbillo nell’UE;
  • introdurre controlli di routine dello stato vaccinale e opportunità regolari di vaccinazione nelle diverse fasi della vita, mediante visite di routine presso il sistema di assistenza sanitaria di base e misure supplementari adottate, ad esempio, all’inizio del percorso scolastico (o prescolastico), sul luogo di lavoro o nelle strutture di assistenza, a seconda delle capacità nazionali;
  • facilitare l’accesso ai servizi di vaccinazione nazionali e/o regionali, attraverso:

a) la semplificazione e l’ampliamento delle opportunità di offerta di vaccinazione, facendo leva su prestatori di servizi a livello locale; e

b) la garanzia di attività di sensibilizzazione mirate ai gruppi più vulnerabili, compresi i gruppi socialmente esclusi, al fine di colmare le disuguaglianze e i divari nella copertura vaccinale.

Il nuovo sistema europeo di informazioni sulla vaccinazione

Inoltre, i medesimi Ministri hanno condiviso il piano presentato dalla Commissione europea e la invitano ad attuarlo, con particolare riferimento alla creazione di un sistema europeo di condivisione delle informazioni sulla vaccinazione (EVIS), coordinato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) che, insieme alle autorità sanitarie pubbliche nazionali, consenta di:

  • esaminare la fattibilità della definizione, entro il 2020, di orientamenti per un calendario vaccinale di base a livello di Unione europea;
  • esaminare la fattibilità della creazione di una tessera/passaporto comune europea delle vaccinazioni al fine di affrontare i rischi causati da una insufficiente copertura vaccinale nella circolazione transfrontaliera delle persone all’interno dell’Unione europea;
  • monitorare costantemente i benefici e i rischi dei vaccini e delle vaccinazioni a livello di Unione, anche mediante studi di sorveglianza successivi all’immissione in commercio;
  • lavorare allo sviluppo di metodologie e rafforzare le capacità di valutare l’efficacia relativa dei vaccini e dei programmi di vaccinazione;
  • sostenere la formazione continua degli operatori sanitari, monitorando il loro stato immunitario e proponendo attivamente la vaccinazione ove necessario, al fine di garantire livelli adeguati di sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari;
  • contrastare la diffusione online di informazioni inesatte sui vaccini e sviluppare strumenti di informazione e orientamenti basati su dati concreti, per aiutare gli Stati membri ad affrontare l’esitazione vaccinale, in accordo con la comunicazione della Commissione relativa al contrasto della disinformazione.

Per un approfondimento delle iniziative programmate a livello europeo, si rinvia ai documenti qui di seguito indicati e, soprattutto, alla pagina web creata dalla Commissione europea come primo passo verso un portale europeo sulla vaccinazione.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Raccomandazione del Consiglio, del 7 dicembre 2018, relativa al rafforzamento della cooperazione nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino

Riunione del Consiglio Occupazione, politica sociale, salute e consumatori del 06-07/12/2018

Comunicazione della Commissione europea, Rafforzamento della cooperazione nella lotta contro le malattie prevenibili da vaccino, doc. COM/2018/245 del 26 aprile 2018

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