Sport e salute: il quadro di monitoraggio europeo sulle politiche nazionali per l’attività fisica salutare
22 novembre 2019 di Mauro Varotto
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) promuove lo sviluppo di sistemi nazionali di monitoraggio e sorveglianza dell’attività fisica salutare (Health-enhancing physical activity, in sigla: HEPA), che siano comparabili, al fine di valutare le tendenze in atto sia all’interno che tra i diversi Paesi: essa ritiene l’attività fisica importante per tutte le fasce di età, con particolare rilevanza per i bambini, la popolazione attiva e gli anziani, e raccomanda una attività sportiva regolare e un costante esercizio fisico.
Infatti, i benefici dell’attività fisica nel corso della vita sono enormi e riguardano una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di tumori e del diabete, il miglioramento della salute muscoloscheletrica e del controllo del peso corporeo, nonché effetti positivi sullo sviluppo della salute mentale e sui processi cognitivi.
Nell’Unione europea, nonostante il rafforzamento in alcuni Stati membri dell’impegno profuso dalle autorità pubbliche nella promozione dell’attività fisica, i livelli di sedentarietà restano elevati: la maggioranza dei cittadini europei non svolge sufficiente attività fisica e il 60% di essi non pratica mai o solo raramente sport o altre forme di attività fisica. Inoltre, la mancanza di attività fisica durante il tempo libero tende a essere più frequente tra i gruppi svantaggiati sul piano socioeconomico.
Di fronte a questi dati è evidente che le politiche attuate non hanno ancora prodotto effetti decisivi per la riduzione dei livelli di inattività fisica per l’Unione nel suo insieme.
Per tutti questi motivi, la promozione dell’attività fisica è all’attenzione dell’Unione europea da molti anni, anche alla luce dei compiti ad essa assegnati dai Trattati negli ambiti dello sport e della salute: in particolare, l’articolo 165 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) richiede all’Unione di contribuire “alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa”; l’articolo 168 del medesimo TFUE, invece, prevede che: “L’azione dell’Unione, che completa le politiche nazionali, si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all’eliminazione delle fonti di pericolo per la salute fisica e mentale.”
In questi ambiti – sport e salute – ciò che può fare l’Unione europea non è moltissimo: la responsabilità di attuare le politiche in campo sanitario e sportivo spetta, infatti, ai singoli Stati membri e l’Unione può incoraggiare la cooperazione tra gli Stati e coordinare le politiche nazionali.
E’, quindi, in questo angusto spazio di manovra che si muove la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea, del 26 novembre 2013, sulla promozione trasversale ai settori dell’attività fisica salutare, la quale, peraltro, organizza a livello europeo la raccolta di dati comparabili sullo sviluppo dell’HEPA a livello nazionale da fornire all’OMS.
Poiché la sedentarietà è un importante fattore di rischio di mortalità precoce e di malattia nei paesi ad alto reddito a livello mondiale e si ritiene che sia responsabile di circa un milione di decessi all’anno nella sola regione europea dell’OMS (53 Stati) e, per quel che riguarda i livelli di attività fisica, si rilevavano ampie disparità tra gli Stati membri dell’Unione, la Raccomandazione invita gli Stati membri:
- ad elaborare e attuare progressive strategie nazionali e politiche trasversali ai settori che mirano alla promozione dell’HEPA (l’approccio trasversale raccomandato si riferisce a un approccio che comprende settori quali lo sport, la sanità, l’istruzione, l’ambiente, i trasporti), in linea con la legislazione e le pratiche nazionali;
- a individuare azioni concrete per la realizzazione di tali strategie o politiche, nell’ambito di un piano d’azione nazionale.
A supporto di tale iniziativa e per favorire il coordinamento e il confronto a livello europeo delle migliori pratiche, la Raccomandazione istituisce anche punti focali HEPA nazionali, dedicati a monitorare la situazione nei singoli Stati membri, a rilevare una serie di dati e a comunicarli alla Commissione europea, per elaborare un quadro di monitoraggio dei progressi compiuti a livello europeo verso l’obiettivo di aumentare il livello di attività fisica dei cittadini europei, da comunicare all’OMS.
Il quadro di monitoraggio europeo comprende una serie di 23 indicatori, puntualmente rilevati a livello nazionale, in modo da mettere a confronto i progressi compiuti dai singoli Stati membri: questi indicatori, allegati alla citata Raccomandazione, riguardano, solo per fare qualche esempio, la percentuale di adulti che raggiunge almeno 150 minuti la settimana di attività fisica di moderata intensità o 75 minuti di attività fisica di elevata intensità; oppure la percentuale di bambini e adolescenti che ha raggiunto almeno 60 minuti di attività fisica di intensità da moderata a elevata al giorno o almeno 5 giorni alla settimana, come raccomandato dall’OMS. Altri indicatori riguardano specificatamente lo sport, la sanità e l’istruzione, ma anche, sempre per fare un esempio, l’urbanistica (è rilevato il “Livello di spostamenti in bicicletta/a piedi”), l’ambiente di lavoro, gli anziani, ecc.
I risultati del monitoraggio europeo
A dicembre 2016 la Commissione europea ha pubblicato una prima relazione sui progressi riguardante il periodo 2014-2016.
La seconda relazione si riferisce al periodo 2017-2019 ed è stata pubblicata a inizio novembre 2019.
Tutti i dati raccolti tramite il quadro di monitoraggio confluiscono nello sportello europeo di informazione sulla salute, che l’OMS ha lanciato nel 2016 per sostituire la propria banca dati europea sull’alimentazione, l’obesità e l’attività fisica.
Lo sportello consente a tutti i 53 Stati membri dell’OMS della regione europea di accedere facilmente a dati, informazioni e risorse sulla salute e aiuta a migliorare la salute degli europei migliorando le informazioni alla base delle politiche. Questo sportello unico interattivo di informazione sulla salute permette di visualizzare e analizzare dati su oltre 3.500 indicatori.
Innanzitutto va precisato che tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea hanno raccolto dati sull’attuazione dei 23 indicatori a livello nazionale. I dati raccolti, quindi, forniscono una buona panoramica della promozione dell’HEPA nell’Unione.
Tra il 2015 e il 2018 si può rilevare un miglioramento generale di 16 indicatori sui 23 totali.
I principali risultati sono così sintetizzabili:
- raccomandazioni politiche nazionali sull’HEPA sono state adottate in 22 Stati membri su 28;
- la presenza di una specifica dotazione finanziaria destinata alla promozione dell’HEPA è un forte indicatore di interventi di promozione dell’attività fisica da parte di governi e settori di governo: 26 Stati membri hanno riferito di avere destinato alla promozione dell’HEPA una dotazione finanziaria specifica, costituita di finanziamenti provenienti principalmente dal settore dello sport e della sanità;
- tutti i paesi hanno riportato almeno un piano d’azione o una politica nazionale “Sport per tutti” per la promozione dell’attività fisica;
- 7 paesi hanno riferito di avere utilizzato linee guida per i “club sportivi per la salute”: si tratta di linee guida che incoraggiano i club sportivi a investire in attività sportive legate alla salute e a promuovere il nesso tra salute e attività sportive;
- 24 paesi hanno indicato di disporre di programmi per la promozione dell’attività fisica tra gruppi specifici. Nella maggior parte dei casi i destinatari erano gruppi svantaggiati sul piano socioeconomico, anziani e persone con disabilità;
- 22 paesi hanno riportato politiche, programmi o incentivi finanziari specifici per incrementare l’accesso alle strutture di esercizio fisico per gli appartenenti a gruppi socialmente svantaggiati, mentre 13 hanno riportato programmi comunitari volti a promuovere l’attività fisica tra gli anziani;
- 21 paesi disponevano di un programma nazionale per promuovere la consulenza sull’attività fisica da parte di professionisti del settore sanitario (diversi paesi hanno riportato programmi locali o regionali oppure progetti non ancora declinati a livello nazionale). Secondo quanto riferito, in 7 Stati i professionisti che forniscono consulenze sull’attività fisica o prescrivono l’esercizio fisico sono rimborsati dai sistemi di assicurazione sanitaria nazionali;
- 22 paesi hanno riferito che l’attività fisica salutare è stata introdotta nel piano di studio previsto per una o più professioni del settore sanitario. Tutti i paesi hanno offerto questo tipo di formazione ai medici, 18 l’hanno offerta anche ai fisioterapisti, 17 agli infermieri e 11i ad altri professionisti del settore sanitario come nutrizionisti, terapisti occupazionali, chinesiologi e farmacisti;
- nel settore dell’istruzione tutti gli Stati membri hanno riferito che nelle scuole si sono svolte lezioni di educazione fisica. In 21 paesi le lezioni sono obbligatorie nelle scuole primarie e in 20 paesi nelle scuole secondarie;
- 5 paesi hanno riferito di avere attuato le linee guida europee per migliorare le infrastrutture per la promozione dell’attività fisica nel tempo libero a livello nazionale:
- 15 paesi hanno riferito di disporre di un programma per promuovere l’attività fisica sul luogo di lavoro, mentre diciannove hanno indicato l’esistenza di programmi per incoraggiare gli spostamenti attivi da e verso il posto di lavoro;
- infine, 23 paesi hanno riferito di avere organizzato una campagna nazionale per la promozione dell’attività fisica, in cui erano stati utilizzati mezzi di comunicazione di diverso tipo. In ventun paesi la campagna promozionale era stata condotta utilizzando più di un mezzo di comunicazione.
I risultati del monitoraggio in Italia
Nel seguente riquadro è riportata una tabella di sintesi della attuazione dei 23 indicatori HEPA negli Stati membri dell’Unione europea. In Italia le carenze riguardano 11 indicatori su 23, evidenziati in rosso nel riquadro.
Che cosa manca in Italia per una efficace politica di promozione dell’attività fisica salutare (HEPA)?
Secondo l’ultimo monitoraggio della Commissione europea sono assenti nel nostro paese:
- un meccanismo nazionale di coordinamento in materia di promozione dell’HEPA (indicatore 4);
- una dotazione finanziaria specificamente destinata alla promozione dell’HEPA (indicatore 5);
- un sistema di monitoraggio e sorveglianza sanitaria dell’attività fisica e dei comportamenti sedentari (indicatore 10);
- la consulenza ai cittadini sull’attività fisica da parte di professionisti del settore sanitario (indicatore 11);
- la formazione in materia di attività fisica nel piano di studio dei professionisti del settore sanitario (indicatore 12);
- la spiegazione dell’HEPA nella formazione degli insegnanti di educazione fisica (indicatore 15)
- l’applicazione delle “Linee guida europee per migliorare le infrastrutture per la promozione dell’attività fisica nel tempo libero” (indicatore 18)
- programmi di promozione degli spostamenti attivi da e verso il posto di lavoro (indicatore 19)
- programmi di promozione dell’attività fisica sul luogo di lavoro (indicatore 20)
- programmi per interventi comunitari volti a promuovere l’attività fisica degli anziani (indicatore 21)
- una campagna nazionale di sensibilizzazione sull’attività fisica (indicatore 23)
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Relazione della Commissione sull’attuazione della raccomandazione del Consiglio sulla promozione trasversale ai settori dell’attività fisica salutare, doc. COM(2019) 565 del 6.11.2019
- Raccomandazione del Consiglio, del 26 novembre 2013, sulla promozione trasversale ai settori dell’attività fisica salutare, in GU UE C 354 del 4.12.2013, pag. 1
Le linee d’azione raccomandate dall’UE in materia di attività fisica:
- Conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 27 novembre 2012, sulla promozione dell’attività fisica a vantaggio della salute, in GU UE C 393 del 19.12.2012, pag. 22
- Conclusioni del Consiglio del 6 e 7 dicembre 2012, Invecchiamento in buona salute per tutto il corso della vita, in GU UE C 396 del 21.12.2012, pag. 8