La risposta europea all’aumento mondiale dei prezzi dell’energia
22 ottobre 2021 di Mauro Varotto
Nell’Unione europea, come in molte altre regioni del mondo, si registra attualmente un’impennata dei prezzi dell’energia. Questa tendenza è dovuta principalmente all’aumento della domanda mondiale di energia, in particolare di gas, man mano che la ripresa economica accelera, dopo la fase più acuta della pandemia di COVID-19. Anche il prezzo europeo del carbonio ha segnato un netto incremento nel 2021, seppur inferiore a quello del gas, che incide nove volte di più sul prezzo dell’energia elettrica.
Le famiglie e le aziende europee affrontano la prospettiva di bollette energetiche più elevate in un momento in cui molte sono state indebolite dalla perdita di reddito dovuta alla pandemia. Questo può non solo pesare sulla ripresa e sulla sua equità e inclusività ma rischi di minare la fiducia e il sostegno alla transizione energetica necessaria non solo per evitare cambiamenti climatici disastrosi, ma anche per ridurre la vulnerabilità dell’Unione europea alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili.
Per questo motivo, nelle scorse settimane, la Commissione ha svolto ampie consultazioni per individuare una risposta adeguata alla situazione attuale; ha partecipato a dibattiti al riguardo con i deputati del Parlamento europeo e i ministri dell’energia degli Stati membri in sede di Consiglio dell’Unione europea; infine, ha interpellato anche l’industria e i fornitori internazionali di energia.
Alcuni Stati membri hanno già annunciato misure nazionali volte a mitigare gli aumenti dei prezzi: in Italia, come è noto, il Governo ha tempestivamente adottato il decreto-legge 27 settembre 2021, n. 130 che istituisce “Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale” destinate al contenimento della bolletta delle famiglie e delle microimprese, allocando 2,5 miliardi di euro all’azzeramento degli oneri generali di sistema per il prossimo trimestre e 500 milioni circa al potenziamento dei bonus sociali, oltre a una riduzione al 5% dell’IVA per le bollette gas.
Altri stati membri dell’Unione aspettano orientamenti dalla Commissione sui possibili provvedimenti da adottare e, infine, alcuni partner internazionali della stessa Unione hanno già prospettato piani per incrementare la fornitura di energia all’Europa.
Il quadro internazionale attuale non prevede un rischio immediato per l’approvvigionamento energetico e i mercati prevedano che i prezzi all’ingrosso del gas si stabilizzeranno a un livello inferiore entro aprile 2022.
Tuttavia, ciò non basta per eliminare la grande preoccupazione che investe i cittadini, le imprese, le istituzioni europee e i governi di tutta l’Unione europea.
Quindi, la Commissione europea, oltre a tenere particolarmente monitorati aspetti quali la sicurezza dell’approvvigionamento, i livelli di stoccaggio del gas e il corretto funzionamento del mercato del gas in vista della stagione invernale, ha adottato – e propone agli Stati membri di adottare – una serie di misure a breve termine coordinata tese a proteggere i soggetti più a rischio, assieme ad altre misure a medio termine per garantire una migliore preparazione alle fluttuazioni dei prezzi del gas riducendo la dipendenza dell’Unione dai combustibili fossili.
Il pacchetto di misure a breve termine
La priorità è accordata a misure mirate, in grado di attenuare rapidamente l’effetto degli aumenti sui consumatori vulnerabili e sulle piccole imprese. Queste misure devono poter essere ricalibrate con facilità nella prossima primavera, quando si prevede che la situazione dei prezzi dell’energia si stabilizzi, e non devono ostacolare la transizione a lungo termine e gli investimenti in fonti di energia più pulite.
Tra le misure immediate per tutelare i consumatori e le imprese si annoverano le seguenti, che sono in linea e anticipano le misure contenute nella proposta della Commissione sull’istituzione del Fondo sociale europeo per il clima 2025-2032, di cui ho scritto in un precedente articolo:
- offrire un sostegno di emergenza al reddito dei consumatori in condizioni di povertà energetica, ad esempio attraverso buoni o pagamenti parziali delle bollette, che possono essere finanziati con i proventi del sistema unionale di scambio di quote di emissioni (EU ETS);
- autorizzare proroghe temporanee per il pagamento delle bollette;
- predisporre misure di salvaguardia per evitare la sconnessione delle utenze dalla rete;
- introdurre temporaneamente riduzioni mirate dell’aliquota d’imposta per le famiglie vulnerabili;
- fornire aiuti alle imprese e alle industrie, in linea con le norme dell’Unione sugli aiuti di Stato;
- intensificare il dialogo internazionale nel settore dell’energia onde garantire la trasparenza, la liquidità e la flessibilità dei mercati internazionali;
- indagare su potenziali comportamenti anticoncorrenziali nel mercato dell’energia e incaricare l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) di monitorare ancor più da vicino gli sviluppi del mercato del carbonio;
- agevolare l’accesso ad accordi di compravendita di energia elettrica da fonti rinnovabili e predisporre misure di accompagnamento.
Il pacchetto di misure a medio termine
Secondo la Commissione europea, la transizione all’energia pulita è il modo migliore per scongiurare altri shock in futuro e dev’essere accelerata. Pertanto, l’Unione europea conferma appieno le scelte politiche del Green Deal europeo e continuerà a lavorare a un sistema energetico efficiente, caratterizzato da una grossa quota di energie rinnovabili. Peraltro, solo queste scelte ridurranno la dipendenza dell’Unione dalle importazioni di combustibili fossili.
Per quanto queste ultime stiano diventando più convenienti e rivestano sempre più importanza nella fornitura di energia alla rete elettrica e nella fissazione dei prezzi, nei periodi di maggiore domanda sono ancora necessarie altre fonti di energia, compreso il gas e, in base all’assetto attuale del mercato, quando si ricorre al gas questo determina ancora il prezzo complessivo dell’energia elettrica, poiché tutti i produttori ricevono lo stesso prezzo per il prodotto che immettono nella rete, vale a dire l’energia elettrica. Il consenso generale è che il modello attuale di fissazione dei prezzi, basato sul prezzo marginale, sia il più efficiente, ma sarebbero utili ulteriori analisi.
La Commissione propone un pacchetto di misure a medio termine per un sistema energetico decarbonizzato e resiliente:
- potenziare gli investimenti nelle energie rinnovabili, nelle ristrutturazioni e nell’efficienza energetica e sveltire le aste e le procedure di autorizzazione delle rinnovabili;
- sviluppare la capacità di stoccaggio dell’energia, anche mediante batterie e idrogeno, al fine di promuovere l’aumento della quota di rinnovabili;
- chiedere ai regolatori europei dell’energia (ACER) di esaminare vantaggi e svantaggi dell’assetto attuale del mercato dell’energia elettrica e, se del caso, formulare raccomandazioni da sottoporre alla Commissione europea;
- valutare l’opportunità di rivedere il regolamento sulla sicurezza dell’approvvigionamento per migliorare l’uso e il funzionamento dello stoccaggio di gas in Europa;
- sondare i potenziali vantaggi di appalti congiunti volontari per l’acquisto di stock di gas da parte degli Stati membri;
- istituire nuovi gruppi regionali transfrontalieri che analizzino i rischi nel settore del gas e forniscano consulenza agli Stati membri circa l’impostazione dei loro piani di azione preventivi e piani di emergenza;
- rafforzare il ruolo dei consumatori nel mercato dell’energia facilitando la scelta e il cambio di fornitore, la produzione della propria energia elettrica e la partecipazione a una comunità energetica.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia: uno strumento di azione e sostegno, doc. COM(2021) 660 del 13.10 2021