La politica di coesione economica, sociale e territoriale e i fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020

11 giugno 2014 di Mauro Varotto

I fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) sono cinque e sono istituiti dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE): si tratta del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE), denominati, più propriamente, Fondi strutturali; del Fondo di coesione (FC); del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

I fondi SIE sono gli strumenti finanziari attraverso i quali l’Unione europea sostiene la realizzazione della politica di coesione economica, sociale e territoriale, istituita nel 1986 con l’Atto unico europeo, e i cui obiettivi sono oggi fissati dall’art. 174 del TFUE, dove si legge:

Articolo 174

Per promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme dell’Unione, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale.

In particolare l’Unione mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite.

Tra le regioni interessate, un’attenzione particolare è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna.

Che cosa è la politica di coesione dell’Unione europea

La politica di coesione dell’Unione europea rappresenta quella parte delle politiche pubbliche per lo sviluppo socio-economico alla quale è affidata la peculiare missione di concorrere al riequilibrio economico-sociale e alla competitività di specifici territori: questo è il motivo per cui essa è anche chiamata “politica regionale” o “politica territoriale”.

Essa si basa su due distinte componenti: una ordinaria e una aggiuntiva.

Infatti, l’obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale tra i diversi territori dell’Unione europea è perseguito, innanzitutto, in maniera trasversale, mediante le politiche ordinarie dell’Unione e attraverso il coordinamento delle politiche economiche nazionali, come dispone espressamente l’art. 175 del TFUE.

Tuttavia, accanto a questi interventi di carattere ordinario, la politica di coesione dell’Unione prevede anche interventi “aggiuntivi”, che si differenziano nettamente da quelli ordinari, sia per specifiche finalità – consistenti nel superamento degli squilibri economici e sociali, in una prospettiva territoriale, dimensione che è assente nelle altre politiche unionali -; sia per le risorse finanziarie a essa dedicate, tramite i cinque fondi SIE, nonché le risorse della Banca europea per gli investimenti.

 

I fondi SIE 2014-2020

L’importanza di questa politica unionale si evince dalle crescenti risorse finanziarie che l’Unione europea ha via via destinato a essa: nei prossimi sette anni attraverso i fondi SIE ammonteranno a circa 454 miliardi di euro, pari al 42% delle risorse complessive del quadro finanziario pluriennale 2014-2020.

Dal 1988, al fine di migliorare il coordinamento e armonizzare l’attuazione dei fondi che sostengono l’attuazione della politica di coesione, l’azione di essi è oggetto di una programmazione unitaria.

L’art. l’art. 177 del TFUE, infatti, stabilisce che:

“Il Parlamento europeo e il Consiglio (…) definiscono i compiti, gli obiettivi prioritari e l’organizzazione dei fondi a finalità strutturale, elemento quest’ultimo che può comportare il raggruppamento dei fondi. Sono inoltre definite, secondo la stessa procedura, le norme generali applicabili ai fondi, nonché le disposizioni necessarie per garantire l’efficacia e il coordinamento dei fondi tra loro e con gli altri strumenti finanziari esistenti”.

 

Per il periodo di programmazione 2014-2020, le disposizioni comuni ai cinque fondi SIE sono dettate dal Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013.

 

La concentrazione dei fondi SIE su 11 obiettivi tematici

I fondi SIE nel periodo 2014-2020 svolgeranno un ruolo importante anche a favore della realizzazione degli obiettivi della strategia dell’Unione “Europa 2020: per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, alle quale ho già dedicato diversi articoli.

Per questo motivo i cinque fondi SIE, ciascuno in base alle proprie norme di funzionamento, attraverso programmi operativi pluriennali, elaborati a livello nazionale e/o regionale, forniranno un sostegno finanziario a una serie di obiettivi e di priorità di investimento che sono la traduzione degli impegni politici previsti dalla strategia “Europa 2020”, e che saranno perseguiti tenendo conto delle principali sfide territoriali e degli specifici contesti nazionali, regionali e locali.

Il Regolamento comune n. 1303/2013 individua, infatti, undici “obiettivi tematici”, che rispecchiano, in sintesi, gli impegni e gli obiettivi della strategia “Europa 2020”:

  1. rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione;
  2. migliorare l’accesso alle TIC, nonché l’impiego e la qualità delle medesime;
  3. promuovere la competitività delle PMI, del settore agricolo (per il FEASR) e del settore della pesca e dell’acquacoltura (per il FEAMP);
  4. sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori;
  5. promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi;
  6. preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse;
  7. promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete;
  8. promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori;
  9. promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione;
  10. investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente;
  11. rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’amministrazione pubblica efficiente.

 

Il quadro strategico comune dei fondi SIE

Per massimizzarne il contributo dei fondi SIE al raggiungimento degli obiettivi della strategia “Europa 2020”, il Regolamento comune n. 13030/2013 istituisce un quadro strategico comune, che ha una duplice funzione: da un lato, facilitare il coordinamento, settoriale e territoriale, dell’intervento dell’Unione condotto mediante i fondi SIE, con le altre politiche e strumenti unionali; dall’altro lato, agevolare il processo di programmazione della spesa di tali fondi da parte di Stati membri e Regioni, ai quali è delegata la gestione, secondo una procedura denominata di “gestione concorrente”.

Il quadro strategico comune, pertanto, è il documento che fornisce gli orientamenti strategici per un approccio allo sviluppo socio economico territoriale integrato che dovrà essere attuato mediante i programmi operativi, nazionali e/o regionali.

Quali indicazioni strategiche fornisce agli Stati e alle regioni che devono elaborare ed inviare alla Commissione europea, entro il prossimo mese di luglio, i programmi operativi pluriennali dove saranno indicate le modalità di spesa dei fondi SIE assegnati?

In sintesi, le indicazioni del quadro strategico comune 2014-2020 sono le seguenti:

  • attribuire priorità a una spesa che sia favorevole alla crescita, concentrando i fondi SIE, in particolare su istruzione, ricerca, innovazione, efficienza energetica e nella spesa per agevolare l’accesso delle piccole e medie imprese (PMI) ai finanziamenti e per garantire la sostenibilità ambientale, la gestione delle risorse naturali e l’azione per il clima, nonché per modernizzare la pubblica amministrazione;
  • assicurare la coerenza della spesa dei fondi SIE con le priorità stabilite nell’ambito del semestre europeo (il meccanismo attraverso il quale sono coordinate le politiche economiche nazionali nell’ambito della nuova governance economica europea), tenendo conto degli orientamenti integrati e delle raccomandazioni specifiche nel campo dell’economia e del lavoro formulate in tale contesto, e dei programmi nazionali di riforma: si tratta di documenti che, con specifico riferimento all’Italia, ho presentato in precedenti articoli;
  • tenere conto, nella scelta degli obiettivi tematici e delle relative priorità di investimento, dei contesti nazionali, regionali e locali, dove interverranno concretamente i fondi SIE, in particolare, delle caratteristiche geografiche o demografiche dei diversi tipi di territori, al fine di sbloccarne il potenziale di sviluppo. In particolare, i programmi operativi dovranno riflettere il ruolo che potranno svolgere nella strategia “Europa 2020” le città, le zone urbane e rurali e le zone di pesca e costiere, nonché delle zone che presentano svantaggi geografici o demografici specifici, quali, in Italia, le zone di montagna o le piccole isole;
  • promuovere un approccio integrato allo sviluppo territoriale dei fondi SIE, sia utilizzandoli in maniera complementare e coordinata, sia combinandoli in pacchetti integrati a livello locale, regionale o nazionale, pensati specificamente per affrontare sfide territoriali specifiche, promuovendo lo sviluppo di approcci locali e subregionali di tipo partecipativo;
  • programmare i fondi SIE, a livello nazionale e/o regionale, tenendo conto dell’impatto delle politiche ordinarie dell’Unione sui territori interessati, al fine di favorire le sinergie e un coordinamento efficace tra gli interventi della politica di coesione, da un lato, e, dall’altro, a esempio, gli interventi della politica ambientale dell’Unione, della politica agricola comune e della pesca, della politica unionale della ricerca e dell’innovazione, delle infrastrutture e le reti transeuropee, ecc.;
  • infine, cercare di coordinare e integrare i programmi dei fondi SIE che promuovono la cooperazione territoriale europea a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale, con i programmi nazionali e regionali, soprattutto per garantire una pianificazione coerente e facilitare l’attuazione di investimenti su vasta scala, inglobando anche gli obiettivi delle strategie macroregionali e per i bacini marittimi.

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio

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