La partecipazione diretta dei cittadini al processo legislativo e istituzionale dell’Unione europea
10 aprile 2015 di Mauro Varotto
L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) è uno strumento introdotto dal Trattato di Lisbona per promuovere la partecipazione democratica dei cittadini alle questioni di importanza europea: essa, come scrive la Commissione europea nella prima relazione sulla sua applicazione, “mira a coinvolgere più strettamente i cittadini nella definizione dei programmi a livello dell’Unione europea”. “Uno dei principali vantaggi di questo strumento – prosegue la Commissione – è la creazione di legami tra persone che condividono le stesse idee in tutto il continente, agevolando un dibattito paneuropeo su questioni che sono manifestamente al centro delle preoccupazioni dei cittadini”.
In base all’art. 11 del Trattato sull’Unione europea, l’ICE consente a un milione di cittadini, di almeno sette Stati membri dell’Unione, di chiedere alla Commissione europea di intraprendere una iniziativa legislativa in settori di competenza unionale.
Le norme e le procedure relative all’iniziativa dei cittadini sono stabilite dal regolamento (UE) n. 211/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, entrato in vigore il 1° aprile 2012. Tutti gli Stati membri hanno attuato tale regolamento nei rispettivi ordinamenti interni.
Procedure per promuovere l’ICE
L’iter di una ICE si articola in varie fasi. Per lanciare un’iniziativa dei cittadini, i promotori devono istituire un “comitato dei cittadini”. Prima di poter iniziare a raccogliere le dichiarazioni di sostegno dei firmatari, la proposta di iniziativa deve essere registrata dalla Commissione. Confermata la registrazione, i promotori hanno un anno di tempo per raccogliere le dichiarazioni di sostegno necessarie per raggiungere le soglie richieste.
a. Comitato dei cittadini
Un’ICE deve essere promossa da un comitato dei cittadini composto da almeno sette cittadini dell’Unione residenti in sette diversi Stati membri e di un’età che consenta loro di votare per le elezioni del Parlamento europeo.
b. Fase di registrazione
Per essere registrata, la proposta di iniziativa deve soddisfare le condizioni del regolamento, il quale prevede che:
- sia stato costituito un comitato dei cittadini e siano state designate le persone di contatto;
- la proposta di iniziativa non esuli manifestamente dall’ambito di competenza della iniziativa legislativa della Commissione europea, nelle materia indicate nei Trattati;
- la proposta di iniziativa non sia presentata in modo manifestamente ingiurioso, o non abbia un contenuto futile o vessatorio;
- la proposta di iniziativa non sia manifestamente contraria ai valori dell’Unione quali stabiliti nell’articolo 2 del trattato sull’Unione europea.
c. Fase di raccolta
Dalla data delle registrazione, i promotori hanno a disposizione dodici mesi per raccogliere le dichiarazioni di sostegno, nel numero minimo stabilito dal Trattato.
Qualsiasi cittadino dell’Unione che abbia l’età minima richiesta per votare alle elezioni del Parlamento europeo ha il diritto di sostenere un’iniziativa e di firmare per essa.
A norma del regolamento, per poter esprimere tale sostegno, i firmatari devono soddisfare il legame di cittadinanza o di residenza con uno Stato membro e fornire i loro dati personali, permettendo, quindi, allo Stato membro in questione di verificare le dichiarazioni di sostegno.
Queste condizioni variano da uno Stato membro all’altro: in allegato al regolamento (UE) n. 211/2011 si trovano tutte le indicazioni e i moduli per una regolare raccolta delle adesioni dei cittadini.
d. Verifica delle dichiarazioni di sostegno
Ogni Stato membro ha designato le autorità responsabili di verificare le dichiarazioni di sostegno: in Italia sono gli uffici del Ministero dell’Interno.
e. Presentazione ed esame delle iniziative che hanno raggiunto il numero richiesto di dichiarazioni di sostegno
Il regolamento non impone ai promotori un termine entro il quale presentare l’iniziativa alla Commissione europea, dopo la verifica delle loro dichiarazioni di sostegno da parte delle autorità nazionali competenti.
La presentazione viene effettuata alla Commissione europea, in genere al Commissario competente per materia e, in apposite audizioni pubbliche, al Parlamento europeo.
f. Trasparenza: finanziamento
A norma del regolamento, gli organizzatori sono tenuti a fornire informazioni su tutte le fonti di finanziamento superiori a 500 EUR all’anno e per sponsor. Tutte le informazioni fornite dagli organizzatori sono disponibili nel registro ICE.
Le tre iniziative che hanno avuto buon esito hanno sostenuto le seguenti spese: “Right2Water” 140.000 euro; “Uno di noi” 159.219 euro e “Stop Vivisection” 23.651 euro.
g. Punto di contatto
A norma del regolamento, la Commissione ha istituito un punto di contatto per la fornitura di informazioni e di assistenza che ha sede presso il centro di contatto “Europe Direct”. Tale punto di contatto risponde in tutte le lingue ufficiali dell’Unione alle domande poste dai cittadini in merito alle norme e alle procedure applicabili all’ICE.
Oltre al servizio fornito dal centro di contatto Europe Direct, i servizi della Commissione offrono un’assistenza diretta ai promotori delle iniziative.
Utilizzazione dell’ICE nei primi 3 anni
Dalla sua istituzione, avvenuta nell’aprile 2012, la Commissione europea ha ricevuto 51 richieste di registrazione riguardanti proposte di iniziativa dei cittadini.
Sono state registrate 31 iniziative (16 nel 2012; 9 nel 2013; 5 nel 2014; 1 nel 2015) che riguardano un ampio spettro di ambiti quali l’ambiente, la mobilità e l’istruzione, la cooperazione allo sviluppo e le questioni sociali; le altre 20 non avevano i requisiti per la registrazione.
Delle 31 registrate, 10 iniziative sono state ritirate prima che si concludesse il periodo di raccolta delle adesioni; 15 non hanno raggiunto il numero di adesioni necessarie; 3 lo hanno raggiunto e sono state, quindi, presentate alla Commissione europea.
Per le ultime tre iniziative si stanno attualmente raccogliendo le dichiarazioni di sostegno e si può aderire ad esse mediante l’apposito portale dedicato della Commissione europea.
Delle 3 iniziative presentate alla Commissione, due hanno già ricevuto una risposta formale da parte della stessa Commissione.
La risposta all’iniziativa “Acqua potabile e servizi igienico-sanitari: un diritto umano universale! L’acqua è un bene comune, non una merce!” (“Right2Water”), già presentata in un articolo in questo blog, è stata adottata dalla Commissione europea il 19 marzo 2014. In essa la Commissione si è impegnata ad adottare una serie di azioni, che sta progressivamente attuando anche in questo periodo, anche mediante la recente comunicazione che individua una serie di azioni a favore del “buono stato” delle acque unionali e della riduzione dei rischi di alluvioni.
Alla iniziativa denominata “Uno di noi”, che chiedeva “all’Unione di smettere di finanziare attività che implicano la distruzione di embrioni umani, in particolare nei settori della ricerca, degli aiuti allo sviluppo e della salute pubblica”, il 28 maggio 2014 la Commissione europea ha risposto, con una comunicazione, che non intendeva presentare una proposta legislativa, poiché riteneva che il quadro normativo dell’Unione in vigore, adottato poco prima dal Parlamento europeo e dal Consiglio, fosse adeguato.
La terza iniziativa – “Stop Vivisection” – chiede alla Commissione di “abrogare la direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e di presentare una nuova proposta che elimini la sperimentazione animale e renda invece obbligatorio l’uso — nella ricerca biomedica e tossicologica — di dati direttamente rilevanti per la specie umana”: essa è attualmente all’esame della Commissione e riceverà una risposta entro il 3 giugno 2015.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Registro ufficiale dell’ICE e iniziative aperte alla firma dei cittadini europei.