L’articolo 175 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) dispone che “La Commissione presenta ogni tre anni al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni una relazione sui progressi compiuti nella realizzazione della coesione economica, sociale e territoriale e sul modo in cui i vari strumenti previsti dal presente articolo vi hanno contribuito”.

Nei giorni scorsi, quindi, la Commissione europea ha pubblicato l’8^ Relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale, intitolata: “La coesione in Europa in vista del 2050”.

I primi sette capitoli dell’ottava relazione analizzano l’evoluzione delle disparità regionali negli ultimi anni, considerando aspetti quali l’impatto preliminare della pandemia, le disparità economiche, l’ambiente, i trasporti, l’occupazione, la demografia. L’ottavo capitolo riguarda le politiche nazionali e presta particolare attenzione agli investimenti pubblici. L’ultimo capitolo è incentrato sulla relazione tra la politica di coesione e altre politiche dell’Unione, quali la politica agricola comune, il programma Orizzonte Europa e il meccanismo per collegare l’Europa.

Nella relazione, quindi, sono presentati i progressi compiuti nella riduzione delle disparità territoriali nel corso degli ultimi dieci anni; il modo in cui le politiche unionali hanno influenzato tali disparità e, infine, i cambiamenti intervenuti nelle diverse regioni europee, attraverso un’ampia gamma di indicatori.

La politica di coesione è stata decisiva per molte persone e regioni dell’Unione che hanno usufruito di tali aiuti per investire in una crescita più sostenibile ed equilibrata, con benefici a lungo termine. Tale politica ha, inoltre, sostenuto le infrastrutture fisiche e digitali, l’istruzione e la formazione, le PMI e la transizione verde.

Per la prima volta viene esaminato anche l’impatto della pandemia da Covid-19: la mortalità anomala registrata tra marzo 2020 e la fine del 2021 è stata notevolmente più elevata nelle regioni meno sviluppate (17%) rispetto a quelle più sviluppate (12%) e a quelle in transizione (11%). Le regioni meridionali dell’Europa, caratterizzate da un’economia fortemente basata sul turismo e sui servizi di prossimità, sono state le più colpite dall’impatto economico della pandemia. Nei mesi successivi a marzo 2020 il numero di pernottamenti turistici è diminuito del 90 % rispetto al 2019.

Tuttavia, negli ultimi due anni, la politica di coesione ha aiutato le diverse aree dell’Unione ad affrontare le sfide poste dalla pandemia da Covid-19 e le relative conseguenze sanitarie, sociali ed economiche. I due pacchetti di sostegno adottati nella primavera del 2020 (CRII e CRII+) – che ho già presentato in questo blog – hanno offerto liquidità immediata, hanno reso la spesa più flessibile, hanno aumentato al 100% il tasso di cofinanziamento e hanno esteso l’ambito di applicazione del Fondo di solidarietà dell’Unione europea.

Quale componente di Next Generation EU, REACT-EU ha erogato ulteriori 50,6 miliardi di euro a sostegno della ripresa dalla pandemia (di cui 14,4 miliardi, pari a circa il 30%, destinati all’Italia), consentendo alle regioni e alle città di continuare a investire nella loro crescita in preparazione al periodo di programmazione 2021-2027. Tale programma ha inoltre fornito una necessaria rete di sicurezza alle persone vulnerabili che a causa della pandemia si trovano in condizioni ancora più precarie.

Nei prossimi anni la politica di coesione continuerà a favorire uno sviluppo equo e sostenibile in tutte le regioni dell’UE, sostenendo al contempo la transizione verde e digitale attraverso:

  • un approccio globale e mirato allo sviluppo per quanto riguarda finanziamenti, governance, coerenza e sinergie con le politiche nazionali;
  • politiche basate sul territorio, multilivello e guidate dai partenariati, adattando il proprio sostegno ai territori più vulnerabili;
  • la costante adattabilità alle sfide emergenti e impreviste.

La Commissione europea stima che, grazie ai finanziamenti della politica di coesione, entro il 2023 il PIL pro capite delle regioni meno sviluppate aumenterà, in media, del 5%. Gli stessi finanziamenti hanno anche favorito una diminuzione del 3,5% del divario tra il PIL pro capite del 10% delle regioni meno sviluppate e il PIL pro capite del 10% delle regioni più sviluppate.

I nuovi programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027, che saranno adottati entro l’anno, continueranno a investire nelle regioni e nelle persone, in stretto coordinamento con la capacità finanziaria del pacchetto Next Generation EU.

Tuttavia, oltre ai contenuti, la relazione sulla coesione è interessante anche per i metodi di analisi utilizzati, i quali rappresentano gli esiti delle più avanzate ricerche nel campo degli studi geografici e socio-economici.

Infine, l8^ relazione sulla coesione alimenterà le discussioni del prossimo forum sulla coesione (17-18 marzo 2022), nel quale si riuniranno i rappresentanti delle istituzioni dell’UE, delle autorità nazionali, regionali e locali provenienti da tutti gli Stati membri, delle parti economiche e sociali, delle organizzazioni non governative e del mondo accademico. Nel forum si discuterà come la politica di coesione possa garantire che nessuna regione sia lasciata indietro per quanto riguarda i cambiamenti strutturali in corso e che tutte le regioni possano beneficiare delle transizioni verde e digitale.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:


Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:

20 ottobre 2017 – La settima relazione 2017 sulla coesione economica, sociale e territoriale