Istituito nel 2007, il Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche [SET Plan – Strategic Energy Technology Plan], sostiene lo sviluppo di tecnologie energetiche pulite, efficienti e competitive in termini di costi, favorendo il coordinamento e la collaborazione, a livello di ricerca e innovazione, nel settore dell’energia pulita tra l’industria europea, il mondo accademico e i governi dei trenta paesi che partecipano al piano, cioè gli Stati membri dell’Unione europea, oltre a Islanda, Norvegia e Turchia.
Il Piano SET è cruciale per favorire l’attuazione delle sei priorità della quinta dimensione dell’Unione dell’energia, dedicata a “Ricerca, innovazione e competitività”, ed è parte integrante dello Spazio europeo della ricerca (SER).
Il finanziamento del Piano SET avviene attraverso il Partenariato per la transizione verso l’energia pulita (CETPartnership – The Clean Energy Transition Partnership), un accordo multilaterale e strategico tra programmi nazionali e regionali di ricerca, sviluppo e innovazione, cofinanziati da Orizzonte Europa e dai governi nazionali.
Un nuovo contesto politico per le tecnologie energetiche
Oggi il quadro politico in cui è nato il Piano SET è cambiato.
Il Green Deal europeo e il piano REPowerEU fissano nuovi obiettivi strategici per la transizione verso l’energia pulita, tra cui la decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica e la riduzione dell’inquinamento.
In particolare, il recente piano industriale del Green Deal fornisce ulteriori indicazioni auspicando un’industria europea più autonoma e resiliente, anche nel settore delle energie pulite, in linea con la recente normativa sull’industria a zero emissioni nette e sulla normativa sulle materie prime critiche.
Da un lato, infatti, la normativa sull’industria a zero emissioni nette, come ho scritto in un recente articolo, mira ad aumentare la capacità dell’Unione europea di produrre “tecnologie a zero emissioni nette” strategiche, affinché si avvicini o raggiunga un parametro di riferimento di almeno il 40% del fabbisogno annuo dell’Unione per tali tipi di tecnologie entro il 2030, e fissa l’obiettivo di 50 milioni di tonnellate di capacità annuale di stoccaggio di CO2 sempre entro il 2030.
Dall’altro lato, la normativa sulle materie prime critiche fissa l’obiettivo di garantire un approvvigionamento sicuro di tali materie, sviluppando la catena del valore dell’Unione europea e migliorando, nel contempo, la circolarità e la sostenibilità della loro produzione.
Inoltre, la direttiva riveduta sulle energie rinnovabili del 18 ottobre scorso (Direttiva (UE) 2023/2413) chiede agli Stati membri di fissare un obiettivo indicativo per le tecnologie innovative per l’energia rinnovabile pari ad almeno il 5 % della capacità di energia rinnovabile installata entro il 2030.
Infine, per completare il nuovo scenario politico che è alla base della revisione del Piano SET, la comunicazione della Commissione europea Un nuovo spazio europeo della ricerca per la ricerca e l’innovazione e l’Agenda politica dello Spazio europeo della ricerca, per approfondire le quali rinvio a un mio precedente articolo, chiedono un migliore allineamento degli investimenti e delle riforme in materia di ricerca e innovazione a livello nazionale ed europeo per accelerare le transizioni verde e digitale.
Gli sviluppi futuri del Piano SET
Attraverso 14 gruppi di lavoro per l’attuazione e le relative piattaforme europee per la tecnologia e l’innovazione (ETIP –European Technology and Innovation Platforms), negli ultimi otto anni le attività del Piano SET si sono concentrate sulle sei priorità della dimensione “Ricerca, innovazione e competitività” dell’Unione dell’energia.
Il riquadro seguente sintetizza l’attuale Governance del Piano SET.

La revisione del Piano SET proposta dalla Commissione europea il 20 ottobre 2023 fa il punto sugli obiettivi conseguiti e delinea gli sviluppi futuri per ciascuna delle sei priorità della dimensione “Ricerca, innovazione e competitività” dell’Unione dell’energia.
In questo articolo mi limiterò ad analizzare le principali novità del piano riveduto, per ciascuna delle sei priorità, segnalando le nuove traiettorie di ricerca e innovazione in campo energetico proposte dalla Commissione europea.
Priorità 1: diventare leader mondiale nel settore delle energie rinnovabili
Il Piano SET riveduto si pone l’obiettivo di rendere l’Unione europea leader mondiale nello sviluppo di tecnologie innovative per le energie rinnovabili e di aumentare la capacità produttiva europea per le tecnologie energetiche pulite, in linea con l’ambizione del piano industriale del Green Deal, al fine di raddoppiare, in modo resiliente e competitivo, la sua quota attuale di energia rinnovabile fino a raggiungere almeno il 42,5% entro il 2030, con tecnologie innovative per le energie rinnovabili che rappresentino almeno il 5% della nuova capacità di energia rinnovabile installata.
In questo contesto, gli sviluppi futuri del Piano prevedono:
- un ampliamento delle attività per includere l’energia eolica onshore e le tecnologie geotermiche a bassa (meno di 125 °C) e media (125-225 °C) temperatura, che si sono notevolmente sviluppate dopo il varo del piano SET ma necessitano di ricerca e innovazione continua per mantenere il vantaggio competitivo dell’Unione;
- istituire un nuovo gruppo di lavoro sull’idrogeno, per attuare l’agenda strategica di ricerca e innovazione del progetto pilota del SER sull’idrogeno verde, in linea con il partenariato per l’idrogeno pulito e con il documento di lavoro dei servizi della Commissione sulle azioni europee di ricerca e innovazione a sostegno del “Progetto pilota del SER sull’idrogeno verde“;
- realizzare un’Agenda strategica congiunta di ricerca e innovazione per l’energia solare che comprenda il fotovoltaico, il solare termico a concentrazione e il solare termico non concentrato, partendo dal lavoro dei gruppi di lavoro del Piano SET in materia.
Priorità 2: fornire un sistema energetico intelligente e incentrato sul consumatore
Il Piano SET riveduto accelererà lo sviluppo di soluzioni innovative e flessibili per ottimizzare la rete esistente, in particolare la gestione della domanda e lo stoccaggio dell’energia, il cui utilizzo sarà sostenuto dalla proposta di riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica [doc. COM(2023) 148 del 14.03.2023].
Queste soluzioni contribuiranno ad aumentare la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili integrata nella rete, fino a raggiungere almeno il 65% entro il 2030, come prevedono gli attuali traguardi climatici dell’Unione europea.
Il Piano SET accelererà, inoltre, lo sviluppo e l’uso di tecnologie innovative capaci di offrire sicurezza, stabilità e ciber-resilienza al sistema energetico, affinché possa a far fronte alla crescente probabilità di perturbazioni causate dal clima e di minacce esterne provocate dall’uomo.
A livello locale, le nuove soluzioni derivanti dal Piano SET riveduto aiuteranno le città ad accelerare la loro trasformazione verde e digitale, contribuendo alla missione “Città intelligenti e a impatto climatico zero“, con l’obiettivo di crearne almeno 100 entro il 2030.
Il Piano SET riveduto amplierà, inoltre, il suo ambito di applicazione per includere le tecnologie a corrente continua a medio e basso voltaggio, al fine di sfruttare le microreti di corrente continua a basso voltaggio in edifici, impianti industriali, centri dati e stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Ciò ridurrà il numero di convertitori (da corrente alternata a continua e viceversa) e migliorerà l’efficienza energetica e dei materiali nelle applicazioni in cui la maggior parte delle apparecchiature elettriche funziona a corrente continua.
Priorità 3: sviluppare e rafforzare sistemi efficienti sotto il profilo energetico
Il Piano SET riveduto svilupperà modalità innovative ed efficaci sotto il profilo dei costi per contribuire ad almeno raddoppiare il tasso annuo di ristrutturazione degli edifici tra il 2020 e il 2030 e a rendere tutti gli immobili nuovi ed esistenti a emissioni zero, rispettivamente entro il 2030 e il 2050, in linea con la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia [doc. COM(2021) 802 del 15.12.2021].
Le sue priorità di ricerca e innovazione contribuiranno anche a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’industria del 25% entro il 2030, in linea con gli attuali traguardi climatici dell’Unione europea, e a raggiungere l’obiettivo indicativo di aumentare l’uso delle energie rinnovabili nel settore industriale dell’1,6% all’anno fino al 2030, come prevede la proposta di revisione della direttiva sulla promozione di energia da fonti rinnovabili.
Le priorità del Piano SET in materia di efficienza energetica saranno allineate e orientate alla riduzione complessiva del consumo di energia primaria e finale previste dalla direttiva (UE) 2023/1791 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 settembre 2023, sull’efficienza energetica.
Il Piano SET riveduto mirerà anche a:
- ampliare l’ambito di competenza del gruppo di lavoro sull’efficienza energetica negli edifici per dare più spazio alle pompe di calore, contribuendo in tal modo a rafforzare l’innovazione e la capacità produttiva dell’Unione europea per queste tecnologie, la cui introduzione dovrà essere raddoppiata nel settore edilizio per raggiungere un totale di 10 milioni di unità nei prossimi cinque anni;
- ampliare l’ambito di competenza del gruppo di lavoro sull’efficienza energetica nell’industria e accelerare lo sviluppo, l’integrazione, la sperimentazione e la convalida di tecnologie chiave per industrie ad alta intensità energetica competitive, climaticamente neutre e a inquinamento zero entro il 2030, sulla base della tabella di marcia del SER in materia di tecnologia industriale per le tecnologie a basse emissioni di carbonio nelle industrie ad alta intensità energetica e della mappatura dei dimostratori industriali.
Priorità 4: diversificare e rafforzare le opzioni energetiche per un trasporto sostenibile
Il Piano SET riveduto mirerà a:
- agevolare lo sviluppo e la diffusione di sistemi energetici e di trasporto al 100% rinnovabili, efficienti e interconnessi per conseguire gli obiettivi in materia di energie rinnovabili per il 2030 e il 2050 e i rispettivi obiettivi di riduzione delle emissioni ai sensi della normativa europea sul clima nonché dei regolamenti ReFuelEU Aviation e FuelEU Maritime;
- rafforzare la catena del valore europea della produzione di batterie, compresi l’approvvigionamento domestico di materie prime e materiali avanzati, nonché la riutilizzabilità e la riciclabilità, al fine di conseguire l’autosufficienza entro il 2030;
- collaborare ulteriormente con la piattaforma tecnologica Batteries Europe, parte dell’Alleanza europea per le batterie (European Battery Alliance), per sostenere il monitoraggio della catena del valore delle batterie;
- considerare tecnologie di stoccaggio innovative andando oltre le batterie elettrochimiche.
Priorità 5: obiettivi ambiziosi nella cattura, nell’utilizzo e nello stoccaggio del carbonio
Nell’ambito di questa priorità, l’azione 9 del Piano SET si è sino ad oggi concentrata sulla cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) e sulla cattura e l’utilizzo del carbonio (CCU), in linea con il relativo piano di implementazione.
Il Piano SET riveduto allineerà gli obiettivi e le attività con il nuovo scenario politico in materia di energia e clima, in particolare la normativa sull’industria a zero emissioni nette e il pilastro industriale della comunicazione sui cicli sostenibili del carbonio, nonché la futura strategia dell’Unione per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio (CCUS).
Per massimizzare il suo impatto, il Piano SET riveduto dovrà sostenere un’azione coordinata a livello pubblico-privato volta a sviluppare l’interesse economico e modelli di cooperazione per le catene del valore di cattura, stoccaggio o utilizzo del carbonio emergenti (compresa la valutazione precompetitiva delle opzioni di stoccaggio su scala regionale e nazionale), in linea con l’operazione economica di almeno 50 milioni di tonnellate di capacità di iniezione annuale di CO2 entro il 2030, sia nelle falde acquifere saline che nei giacimenti di idrocarburi esauriti dell’Unione.
Priorità 6: mantenere e rafforzare la sicurezza nell’uso dell’energia nucleare
Nell’ambito di questa priorità, le azioni del Piano SET si sono concentrate sulla sicurezza nucleare durante il funzionamento e la disattivazione (azione 10).
Il Piano SET riveduto contribuirà a mantenere e rafforzare la sicurezza dell’energia nucleare, tenendo conto anche dell’ambizione dichiarata di 14 Stati membri (Alleanza nucleare, formata da: Belgio, Bulgaria, Cechia, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria) di fornire fino a 150 GW di capacità elettrica entro il 2050 nell’Unione (a partire da circa i 100 GW di oggi).
Per raggiungere l’obiettivo dovrebbe essere necessaria la costruzione di almeno 30‑45 reattori di grandi dimensioni e piccoli reattori modulari nuovi.
Il Piano SET riveduto porrà maggiore enfasi sulla sicurezza dei piccoli reattori modulari, sulla diversificazione della catena di approvvigionamento, sui poli industriali e sulla promozione dello sviluppo di centri di eccellenza, competenze e disponibilità di infrastrutture di ricerca di livello mondiale.
Questioni trasversali
Le priorità rivedute del Piano SET affronteranno anche nuove questioni trasversali, al fine di accelerare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie energetiche pulite ed efficienti, tra le quali:
- una più stretta cooperazione tra i settori digitale ed energetico nell’intera catena del valore delle tecnologie strategiche;
- il sostegno ai principi di circolarità integrando il recupero, il riciclaggio e la sostituzione delle materie prime critiche nella ricerca, lo sviluppo e la produzione delle tecnologie per l’energia pulita;
- un approccio incentrato sull’utente integrando in tutte le azioni questioni quali la salute, il genere, la sicurezza, la protezione, l’accessibilità, anche economica, nonché le esigenze dei consumatori anziani o con disabilità;
- il miglioramento delle competenze e la riqualificazione della forza lavoro, le quali sono di fondamentale importanza per soddisfare le esigenze di manodopera di un nuovo modello energetico e sociale. Fino ad oggi solo 14 Stati membri (Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna) hanno previsto investimenti e riforme nel settore delle competenze e dei posti di lavoro verdi nei loro piani nazionali per la ripresa e la resilienza che, nel complesso, ammontano a circa 1,5 miliardi di euro;
- accelerare l’adozione da parte del mercato dei risultati della ricerca e innovazione, sostenendo lo sviluppo di forti interconnessioni tra le piattaforme europee per la tecnologia e l’innovazione (ETIP) e le alleanze industriali (alleanza europea delle batterie, alleanza europea dell’idrogeno pulito e alleanza dell’industria solare fotovoltaica), per promuovere lo sviluppo di progetti di investimento sostenibili e capacità di produzione delle tecnologie per l’energia pulita nell’UE, nonché per affrontare gli ostacoli di mercato, normativi, infrastrutturali e tecnologici per la loro diffusione su larga scala
- migliorare l’accesso ai finanziamenti, in particolare per accelerare le innovazioni. Nel 2021 l’Unione europea ha speso 328 miliardi di euro in ricerca e innovazione, pari al 2,26% del PIL. Questo rapporto era molto inferiore rispetto a quello del Giappone (3,26%) e degli Stati Uniti (3,45%). È chiaro che occorre ancora intensificare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di spesa pubblica e privata dell’Unione pari al 3% del PIL, confermato dai Capi di Stato e di Governo nel Consiglio europeo del 23 marzo 2023.
Modello di governance e obiettivi nazionali
Infine, la Commissione europea propone un nuovo modello di governance per il Piano SET per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo, di REPowerEU e del piano industriale del Green Deal.
Invita gli Stati membri a includere gli obiettivi nazionali derivanti dal Piano SET, nonché le attività di ricerca e innovazione, nei rispettivi piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC), anche esplorando nuove sinergie tra altri fondi e attività nazionali pertinenti e valutando l’adeguatezza dei finanziamenti nazionali per le attività di ricerca e innovazione.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea sulla revisione del piano strategico per le tecnologie energetiche (SET), doc. COM(2023) 634 del 20 ottobre 2023
