Trasformare la migrazione da problema a risorsa: nasce la nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera
7 ottobre 2016 di Mauro Varotto
Per affrontare i flussi migratori senza precedenti verso il territorio dell’Unione, oltre un anno fa, nel maggio 2015, la Commissione europea ha proposto agli Stati membri un approccio globale e più europeo, che ha descritto in una “Agenda europea sulla migrazione”, la quale considera tutti i variegati aspetti del problema e propone una serie di misure legislative e finanziarie.
Sull’Agenda, finalizzata a creare il primo nucleo di una politica unitaria a livello europeo nel settore dell’asilo e dei rifugiati, mi sono soffermato in un precedente articolo del blog, al quale rinvio.
Tra le misure che previste dall’Agenda europea sulla migrazione un ruolo essenziale viene assegnato alla protezione delle frontiere esterne dell’Unione, cioè i confini tra i Paesi dell’Unione europea e gli Stati terzi.
La questione è di fondamentale importanza nell’Unione europea poiché, al fine di garantire la libera circolazione delle persone, sono stati aboliti i controlli alle frontiere tra gli Stati membri all’interno della cosiddetta “area Schengen”: pertanto, una persona, una volta entrata nell’Unione europea attraverso qualsiasi frontiera esterna, poi può circolare liberamente in tutti i Paesi che aderiscono al sistema senza mai essere controllata.
In una parola, rendere sicure le frontiere esterne dell’Unione significa rendere sicuri tutti i cittadini dell’Unione europea.
L’obiettivo della sicurezza delle frontiere si inquadra nell’ambito della creazione, all’interno dell’Unione europea, di uno “spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia”, che è una delle missioni fondamentali assegnate dai Trattati istitutivi all’Unione. Ciò significa sviluppare una politica volta:
- da un lato, a garantire l’assenza di qualsiasi controllo sulle persone, a prescindere dalla nazionalità, all’atto dell’attraversamento delle frontiere interne, ripristinando il normale funzionamento dello spazio Schengen e l’eliminazione dei controlli temporanei alle frontiere interne entro la fine dell’anno;
- dall’altro lato, a garantire il controllo delle persone e la sorveglianza efficace dell’attraversamento delle frontiere esterne, instaurando, progressivamente, un sistema integrato di gestione delle frontiere esterne, attraverso strutture di coordinamento istituite a livello europeo.
In questo contesto, assume rilievo anche lo sviluppo di una specifica politica comune europea dell’immigrazione capace di assicurare l’efficace gestione dei flussi migratori, l’equo trattamento dei cittadini dei Paesi terzi regolarmente soggiornanti negli Stati membri e la prevenzione e il contrasto rafforzato dell’immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani, combattendo l’immigrazione clandestina e il soggiorno irregolare, anche mediante l’allontanamento e il rimpatrio dei clandestini. Una politica europea veramente unitaria in materia di migrazione significa anche la possibilità di aprire canali regolari per la migrazione.
Fissati i comuni principi politici, di quali mezzi dispone l’Unione europea per rendere sicure le nostre frontiere verso i Paesi terzi?
Dopo meno di un anno di dibattito, una delle risposte è la creazione di una vera e propria Guardia di frontiera e costiera europea, costituita da una nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che subentra a Frontex con compiti e strutture potenziate, e dagli apparati nazionali delle guardie di frontiera e costiere.
La gestione europea integrata delle frontiere esterne
Dal 6 ottobre 2016, pertanto, è pienamente operativo un vero e proprio servizio europeo di guardia di frontiera e guardia costiera, con i seguenti compiti principali:
- controllo di frontiera, comprese, se necessarie, misure volte ad agevolare l’attraversamento legittimo delle frontiere e misure connesse alla prevenzione e all’individuazione della criminalità transfrontaliera, come il traffico di migranti, la tratta di esseri umani e il terrorismo, e misure relative all’orientamento in favore delle persone che necessitano di protezione internazionale o intendono presentare domanda in tal senso;
- operazioni di ricerca e soccorso per le persone in pericolo in mare;
- analisi dei rischi per la sicurezza interna e analisi delle minacce che possono pregiudicare il funzionamento o la sicurezza delle frontiere esterne;
- cooperazione tra gli Stati membri sostenuta e coordinata dall’Agenzia Frontex;
- scambio regolare di informazioni tra gli Stati membri tramite, ad esempio, il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR);
- cooperazione con i Paesi terzi per gestire i flussi dei migranti e contrastare l’immigrazione illegale;
- misure tecniche e operative nello “spazio Schengen”, connesse al controllo di frontiera e destinate ad affrontare meglio l’immigrazione illegale e a combattere la criminalità transfrontaliera;
- rimpatrio di cittadini di paesi terzi soggetti a decisioni di rimpatrio adottate da uno Stato membro;
- sviluppo do meccanismi di solidarietà, in particolare tramite gli strumenti di finanziamento dell’Unione.
Si tratta di compiti molto ampi che saranno progressivamente condotti e sviluppati dal nuovo servizio europeo di gestione delle frontiere esterne.
Il ruolo della nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera
Nell’ambito del nuovo mandato, il ruolo e le attività dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che continuerà a chiamarsi “Frontex”, sono significativamente estesi.
Il ruolo principale della nuova Agenzia consiste nel definire una strategia tecnica e operativa per l’attuazione della una gestione integrata delle frontiere a livello di Unione; sovrintendere all’efficace funzionamento del controllo di frontiera alle frontiere esterne; fornire maggiore assistenza tecnica e operativa agli Stati membri tramite operazioni congiunte e interventi rapidi alle frontiere; garantire l’esecuzione pratica delle misure in situazioni che richiedono un’azione urgente alle frontiere esterne; fornire assistenza tecnica e operativa a sostegno delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare di persone in pericolo; nonché organizzare, coordinare e svolgere operazioni e interventi di rimpatrio.
Per assicurare tali compiti, il personale permanente dell’Agenzia viene più che raddoppiato e l’Agenzia potrà acquistare attrezzature proprie e destinarle in tempi rapidissimi ad operazioni svolte alle frontiere. Una squadra di riserva rapida di almeno 1.500 guardie di frontiera e un parco di attrezzature tecniche verranno messi a disposizione dell’Agenzia dai singoli Stati membri, in modo che non soffra più carenze di personale o attrezzature per le sue operazioni.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Regolamento (UE) 2016/1624 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 settembre 2016 relativo alla guardia di frontiera e costiera europea che modifica il regolamento (UE) 2016/399 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga il regolamento (CE) n. 863/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, il regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio e la decisione 2005/267/CE del Consiglio, in GU UE L 251 del 16.09.2016.