La tassazione delle imprese nella globalizzazione e nella digitalizzazione: l’agenda fiscale dell’Unione europea
25 giugno 2021 di Mauro Varotto
L’attuale sistema internazionale di tassazione delle società è stato progettato più di un secolo fa e si basa sui principi obsoleti di residenza e fonte fiscale: mentre il reddito delle società è tassato a livello nazionale, i modelli di business continuano a diventare sempre più internazionali, complessi e digitali.
Oggi, infatti, le pratiche commerciali comportano regolarmente lo svolgimento di attività in uno Stato senza mantenere una presenza fisica all’interno di esso: è una situazione che le regole attuali non sono in grado di gestire, mentre la digitalizzazione dell’economia ha anche portato a nuove opportunità di manipolazione dei principi fiscali e contabili esistenti, attraverso schemi di pianificazione fiscale aggressiva. In risposta, i governi nazionali si sono sempre più impegnati nell’adozione di un mosaico di misure contro l’elusione e l’evasione fiscale, che hanno forse risolto singoli problemi ma, nel contempo, hanno anche complicato sempre di più il sistema.
Nell’Unione europea, poi, il mosaico di norme nazionali in materia di tassazione delle società è complicato per le imprese che operano a livello transfrontaliero nel mercato unico. Affrontare fino a ventisette diversi sistemi fiscali nazionali, crea sfide particolari per le PMI, le start-up e altre imprese dell’Unione che cercano di crescere, espandersi e commercializzare a livello transfrontaliero. Ciò danneggia gli investimenti e la crescita, nonché la competitività dell’Unione stessa, oltre a rischiare di distorcere la concorrenza tra gli Stati membri.
A proposito della concorrenza fiscale tra gli Stati membri, alcuni dei quali cercano di attrarre imprese attraverso trattamenti di favore, il 12 maggio scorso il Tribunale dell’Unione europea ha emesso due sentenze: nella prima, ha confermato la decisione della Commissione del giugno 2018 secondo cui il Lussemburgo ha concesso aiuti di Stato illegali alla società Engie, attraverso agevolazioni fiscali selettive che hanno ridotto il carico fiscale della società di circa 120 milioni di euro; nella seconda, invece, ha annullato la decisione della Commissione, dell’ottobre 2017, secondo cui il Lussemburgo ha concesso aiuti di Stato illegali ad Amazon, la quale, fino al 2014, ha potuto usufruire di una completa esenzione fiscale su tre quarti dei profitti realizzati da tutte le vendite effettuate nell’Unione europea (in calce all’articolo, riporto il link alle due sentenze).
In conclusione: gli sviluppi nella globalizzazione e nella digitalizzazione hanno reso le norme fiscali sempre più difficili da applicare alle moderne realtà imprenditoriali.
Per questo motivo, e analogamente a quanto sta avvenendo negli USA, anche l’Unione europea annuncia un piano in materia di tassazione delle imprese, inserito in un’agenda fiscale globale che disegni, per il futuro, un mix equilibrato di entrate fiscali e di un sistema fiscale guidato dai principi di equità, efficienza e semplicità.
L’agenda fiscale europea, naturalmente, si colloca nel contesto delle discussioni in corso nelle sedi internazionali – in particolare, in sede OCSE e G20 – che stanno rapidamente progredendo verso una soluzione globale per riformare l’obsoleto sistema internazionale di tassazione delle società, con azioni sulla riallocazione dei diritti di tassazione e una tassazione minima effettiva.
Indipendentemente dal fatto che venga raggiunto un accordo globale concreto – che sembra imminente – le soluzioni individuate a livello internazionale influenzeranno anche temi e iniziative dell’agenda fiscale dell’Unione europea, la quale si sta attrezzando per costruire un nuovo sistema fiscale europeo per le imprese.
Priorità dell’agenda fiscale dell’Unione europea
Innanzitutto, alla base del disegno del sistema europeo di tassazione delle imprese, l’Unione europea pone alcune fondamentali priorità. Tale sistema fiscale, infatti, dovrà:
- consentire una crescita equa e sostenibile: il sistema fiscale deve sostenere lo sviluppo delle politiche dell’Unione europea quali il Green Deal europeo, l’agenda digitale della Commissione, la Nuova strategia industriale per l’Europa, l’Unione dei mercati dei capitali e, non da ultimo, il pilastro europeo dei diritti sociali;
- garantire una tassazione efficace, perché assicurare una riscossione effettiva del gettito fiscale è fondamentale per finanziare servizi pubblici di qualità ed è una condizione preliminare per un’equa ripartizione del carico fiscale tra i contribuenti;
Un sistema fiscale a prova di futuro
Sottesa a queste due priorità è la scelta circa il mix fiscale più adeguato per i prossimi anni e decenni. I sistemi fiscali, infatti, dovranno essere modernizzati per riflettere meglio gli sviluppi economici e sociali attuali e futuri.
Oggi tutti i bilanci degli Stati membri dipendono fortemente dalle tasse sul lavoro, compresi i contributi sociali, che forniscono oltre il 50% del gettito fiscale complessivo nell’UE-27. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento del lavoro atipico possono ridurre la capacità della tassazione del lavoro di generare le stesse entrate di oggi. E’ urgente, dunque, una riflessione a livello europeo e nei singoli Stati membri per definire un gettito fiscale basato su un mix “a prova di futuro”: l’agenda europea si orienta decisamente verso una tassazione equa ed efficace dei redditi da capitale, sia delle persone fisiche che delle società.
La tassazione delle imprese
In questo contesto, la Commissione europea già il 15 luglio 2020 ha adottato un ambizioso piano d’azione per rendere la tassazione più equa, più semplice e più adatta alle moderne tecnologie (Package for fair and simple taxation) e una comunicazione sulla buona governance fiscale nell’Unione europea e oltre: tali atti, di cui alla fine dell’articolo riporto i link, mirano a rafforzare ulteriormente la promozione di un’Unione europea della trasparenza e dell’equa tassazione, sia a livello europeo che mondiale.
Nelle scorse settimane, la Commissione ha definito ulteriori misure nel settore della tassazione delle imprese a breve termine, da realizzare, quindi, nei prossimi due anni, e a lungo termine.
Misure a breve termine
A breve termine, l’iniziativa della Commissione definisce una serie di iniziative mirate per affrontare i problemi attuali della tassazione delle imprese e creare un quadro per l’imposta sulle società più stabile, favorevole ed equo per il futuro.
La Commissione propone di:
- supportare meglio le imprese, e in particolare le PMI, nel loro recupero dopo la pandemia. In proposito, essa ha adottato una raccomandazione sul trattamento fiscale delle perdite subite dalle imprese a causa della Covid-19. La raccomandazione invita gli Stati membri a consentire il riporto delle perdite per le imprese almeno fino all’anno fiscale precedente. Il riporto delle perdite ha il vantaggio di avvantaggiare le aziende redditizie negli anni precedenti la pandemia. Le aziende che stavano realizzando un profitto e pagando le tasse negli anni precedenti al 2020 sarebbero in grado di compensare le perdite del 2020 e del 2021 contro queste tasse. Ciò, secondo la Commissione, garantirà che la misura sia indirizzata effettivamente alle imprese che soffrono a causa della pandemia e che il denaro pubblico non sia speso cercando di aiutare le imprese private che stanno fallendo per motivi estranei alla crisi. Gli Stati membri devono limitare l’importo delle perdite riportate a 3 milioni di euro per anno fiscale in perdita;
- promuovere l’innovazione affrontando la distorsione da capitale di debito nella tassazione delle società attraverso un sistema di indennità . La crisi economica seguita alla pandemia COVID-19 ha contribuito a un aumento significativo dello stock di debiti delle società. L’attuale distorsione a favore del debito delle norme fiscali, in base alla quale le imprese possono detrarre gli interessi collegati al finanziamento del debito, ma non i costi relativi al finanziamento tramite azioni, può incoraggiare le imprese ad accumulare debiti. Ciò potrebbe portare a forti ondate di insolvenza, con un effetto negativo per l’Unione europea nel suo complesso. La Commissione, quindi, annuncia la presentazione di una proposta legislativa che crei un’indennità di riduzione della distorsione da capitale proprio;
- garantire una maggiore trasparenza pubblica sulle tasse pagate dalle imprese, proponendo che alcune grandi società operanti nell’Unione europea debbano pubblicare le proprie aliquote fiscali effettive . La proposta consentirà un controllo pubblico laddove vengono utilizzate strategie di pianificazione fiscale aggressiva e fornirà ai responsabili politici una migliore panoramica del contributo fiscale apportato dalle grandi società che operano nell’Unione europea;
- contrastare l’uso abusivo delle società di comodo, attraverso nuove misure contro l’elusione fiscale. Le società di comodo sono entità legali e accordi che hanno poca o nessuna sostanza e attività economica e in alcuni casi possono essere utilizzate esclusivamente per la pianificazione fiscale aggressiva. La Commissione proporrà, quindi, una proposta legislativa per affrontare le opportunità di pianificazione fiscale aggressiva legate all’uso di società di comodo.
Misure a lungo termine
Al di là del possibile- e auspicato – accordo OCSE sulla riforma delle norme internazionali in materia di tassazione delle società, la Commissione europea intende sin da subito proporre un nuovo quadro giuridico per la tassazione del reddito per le imprese in Europa (Business in Europe: Framework for Income Taxation, in sigla BEFIT).
BEFIT sarà un unico regolamento sull’imposta sulle società per l’Unione, basato su due caratteristiche chiave: una base imponibile comune e una equa ripartizione degli utili tra gli Stati membri sulla base di una formula oggettiva e valida per tutti.
BEFIT, quindi, garantirà che le imprese nel mercato unico possano operare senza barriere fiscali indebite, perché norme comuni per la determinazione della base imponibile per le società forniranno una semplificazione sostanziale per i gruppi di società che operano nel mercato unico. Invece di dover rispettare fino a 27 diversi gruppi di norme sull’imposta sulle società, un gruppo sarà in grado di determinare la propria responsabilità fiscale in ciascuno Stato membro dell’Unione in base a un unico insieme di norme. Ciò aprirà anche la strada a ulteriori semplificazioni amministrative, come la possibilità di una dichiarazione dei redditi unica dell’Unione europea a livello di gruppo.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Fiscalità delle imprese per il 21° secolo, doc. COM(2021) 251 del 18 5.2021
Raccomandazione (UE) 2021/801 della Commissione del 18 maggio 2021 sul trattamento fiscale delle perdite durante la crisi della COVID-19, in GU UE L 179 del 20.5.2021
Comunicazione della Commissione europea sulla buona governance fiscale nell’UE e oltre, doc. COM(2020) 313 del 15.7.2020
Comunicazione della Commissione, Piano di azione per una fiscalità equa e semplice a sostegno della strategia di ripresa, doc. COM(2020) 312 del 15.7.2020
Commissione europea, Proposta di DIRETTIVA DEL CONSIGLIO recante modifica della direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale, doc. COM(2020) 314 del 15.7.2020
Le due sentenze del Tribunale dell’Unione europea cui si è accennato nel testo dell’articolo sono reperibili ai seguenti link: