La pianificazione dello spazio marittimo: i primi risultati della direttiva europea PSM

20 Maggio 2022 di Mauro Varotto

Otto anni fa l’Unione europea approvò la Direttiva 2014/89/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014 , che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo [direttiva PSM] con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile, determinare l’utilizzo dello spazio marittimo per i diversi usi del mare e gestire gli usi dello spazio nelle zone marine e i conflitti che tali usi possono generare, incoraggiando un utilizzo del mare “multifunzionale”.

La pianificazione dello spazio marittimo, infatti, è intesa come un processo pubblico mirante ad analizzare e organizzare la distribuzione spaziale e temporale delle attività antropiche nelle zone marittime al fine di conseguire obiettivi economici, ambientali e sociali.

In estrema sintesi, la direttiva PSM – cui dedicai uno specifico approfondimento in questo blog – fornisce il quadro giuridico necessario per la pianificazione dello spazio marittimo nell’Unione europea. In particolare, essa stabilisce che i 22 Stati membri costieri elaborino piani di gestione dello spazio marittimo per le acque marine rientranti nella loro giurisdizione.

Che cosa è successo in questi primi otto anni? La Commissione europea ha appena presentato al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea la prima relazione, come previsto dall’articolo 14, paragrafo 2 della direttiva, sui progressi compiuti nell’attuarla: qui di seguito presento i principali risultati conseguiti.

Recepimento e designazione delle autorità competenti

L’articolo 15 della direttiva PSM imponeva agli Stati membri di recepire la direttiva nei loro ordinamenti nazionali entro il 18 settembre 2016 e di designare le autorità competenti per la sua attuazione entro la stessa data.

Ad oggi, i 22 Stati membri costieri hanno tutti recepito la direttiva nei loro ordinamenti nazionali e hanno designato le autorità competenti.

Nel novembre 2016 la Commissione aveva dovuto avviare procedure d’infrazione nei confronti di otto Stati membri (Bulgaria, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lituania e Finlandia).

Le procedure sono state archiviate nel luglio 2018, dopo l’avvenuta notifica e comunicazione alla Commissione, da parte di tutti gli Stati membri coinvolti, delle misure riguardanti il pieno recepimento della direttiva.

Essa è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 17/10/2016, n. 201: il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile esercita  le funzioni di Autorità competente.

 

Elaborazione dei piani di gestione dello spazio marittimo

L’articolo 15, paragrafo 3, della direttiva PSM stabiliva che gli Stati membri elaborassero piani di gestione dello spazio marittimo quanto più rapidamente possibile e, comunque, non oltre il 31 marzo 2021, informandone la Commissione entro tre mesi dall’elaborazione.

Nel periodo compreso tra la data di adozione della direttiva PSM, nel 2014, e il 15 febbraio 2022, la Commissione ha rilevato che, in generale, si possono distinguere quattro gruppi di Stati membri.

Al primo gruppo appartengono alcuni Stati membri che potevano fare affidamento su una tradizione di pianificazione dello spazio marittimo antecedente alla direttiva o iniziata molto presto dopo la sua entrata in vigore. Si tratta del Belgio, dei Paesi Bassi e della Germania , i quali sono stati, quindi, in grado di rispettare la scadenza del 31 marzo 2021 con relativa facilità. Ad oggi, la Germania e i Paesi Bassi stanno già preparando o attuando la seconda revisione dei loro piani di gestione dello spazio marittimo.

Malta considera come piano nazionale di gestione dello spazio marittimo il “Piano strategico generale per l’ambiente e lo sviluppo” istituito nel 2015, riguardante anche questioni di pianificazione terreste e marittima.

Dal 2015 anche la Lituania dispone di un piano generale, che ha successivamente rivisto nel 2021 per rafforzare gli aspetti marittimi in linea con la direttiva.

Al secondo gruppo appartengono Stati membri che sono riusciti a rispettare la scadenza fissata dalla direttiva o a istituire e adottare piani nazionali di gestione dello spazio marittimo entro un anno dalla scadenza.

Oggi essi dispongono, solitamente per la prima volta, di piani generali di gestione dello spazio marittimo e stanno passando alla fase impegnativa dell’attuazione pratica. Per la Finlandia, la Lettonia, la Polonia, la Danimarca, la Francia, l’Irlanda, la Slovenia e la Svezia, la direttiva si è dimostrata essenziale nel fornire il quadro necessario all’avvio dei processi nazionali di pianificazione dello spazio marittimo. Anche il Portogallo ha istituito piani per la maggior parte delle sue acque marine, ad eccezione delle Azzorre.

Del terzo gruppo fanno parte cinque Stati membri che, secondo le conclusioni preliminari della Commissione della fine del 2021, non avevano compiuto progressi sufficienti nell’elaborazione e/o nella comunicazione dei piani di gestione dello spazio marittimo come disposto dalla direttiva. Il 2 dicembre 2021 la Commissione ha perciò inviato lettere di costituzione in mora alla Croazia, a Cipro, alla Grecia, all’Italia e alla Romania per l’inosservanza della direttiva PSM. Tali Stati si trovano attualmente in diverse fasi di stesura dei piani di gestione dello spazio marittimo.

L’Italia con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 2017 ha approvato le Linee Guida contenenti gli indirizzi e i criteri per la predisposizione dei piani di gestione dello spazio marittimo ed essi sono stati presentati alla Commissione europea nel mese di settembre 2021.

Pertanto, alla data del 15 febbraio 2022 la maggior parte di tali Stati membri aveva risposto alle lettere della Commissione e i relativi piani sono in fase di valutazione.

Al quarto gruppo, infine, appartengono alcuni Stati membri che, pur non essendo stati in grado di rispettare la direttiva elaborando piani di gestione dello spazio marittimo entro il 31 marzo 2021, si trovano ora in una fase avanzata dell’elaborazione progettuale e stanno procedendo all’adozione finale. Secondo quanto previsto dalla Commissione, l’Estonia, la Spagna e la Bulgaria dovrebbero pertanto stabilire a breve i piani nazionali finali. La Commissione sta monitorando da vicino i progressi e interverrà laddove necessario. Ciò vale anche per il Portogallo relativamente alle Azzorre.

 

Difficoltà di attuazione

La prima relazione della Commissione europea si sofferma anche sulle difficoltà incontrate dagli Stati membri nell’elaborare i piani di gestione dello spazio marittimo.

Per la maggior parte di essi si trattava, infatti, del primo esercizio di pianificazione dello spazio marittimo a livello strategico, multisettoriale, multi-obiettivo e su larga scala, vale a dire un processo complesso ed evolutivo che richiedeva una cooperazione ed un coordinamento ampi ed intensi tra ministeri nazionali, organismi e regioni costiere e con portatori di interessi e paesi vicini. A questo link sono disponibili i documenti preparatori del Governo italiano.

Altre difficoltà, riscontrabili a livello di processo, hanno incluso la raccolta e la compilazione di dati (ad esempio, la mancanza di dati completi sulle aree marine, la dimensione intersettoriale dei dati o la difficoltà di raccogliere dati dalle autorità nazionali) e, in particolare, la coerenza dei piani nei paesi vicini (ad esempio, per le difficoltà poste dalla loro natura transfrontaliera).

In molti Stati membri il carattere intersettoriale della pianificazione dello spazio marittimo e la mancanza di obiettivi chiari per vari settori marittimi hanno reso difficile la definizione delle priorità per le misure e i settori (ad esempio, la sicurezza nazionale rispetto ad altre attività economiche).

Le difficoltà transfrontaliere sono state più significative laddove non esisteva una cooperazione consolidata sull’assetto dello spazio marittimo nell’ambito del bacino o se le zone marittime non erano state chiaramente definite o delimitate tra Stati membri vicini o paesi terzi.

La pandemia di COVID‑19 e le conseguenti misure sanitarie hanno coinciso con la fase finale di attuazione di molti piani nazionali di gestione dello spazio marittimo. Tale situazione non solo ha rallentato il lavoro delle amministrazioni nazionali e la cooperazione tra Stati membri, ma ha anche inciso sulla partecipazione e sulla consultazione dei portatori di interessi.

A livello di contenuti, le maggiori difficoltà sono state incontrate nell’attuare l’approccio ecosistemico, definire le priorità di utilizzo dello spazio marittimo e garantire, in mare, spazio sufficiente a permettere lo svolgimento di varie attività economiche e conseguire diversi obiettivi strategici, proteggendo nel contempo l’ambiente o lasciando spazio utile per usi futuri.

Le prossime relazioni sullo stato di attuazione della direttiva PSM saranno presentate dalla Commissione europea con cadenza quadriennale, a partire, quindi, dal 2026.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Commissione europea, Relazione che illustra i progressi compiuti nell’attuazione della direttiva 2014/89/UE che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, doc. COM(2022) 185 del 3.5.2022

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