La revisione della politica di concorrenza dell’Unione europea
31 dicembre 2021 di Mauro Varotto
La pandemia da Covid-19 sta modificando profondamente il processo di integrazione europea e le principali politiche dell’Unione europea.
Nel corso di quest’anno ho avuto modo di segnalare, in numerosi articoli del blog, i principali cambiamenti in atto i quali riguardano, solo per fare qualche esempio, ambiti quali la politica economica dell’Unione e la sua governance, con la svolta impressa alla politica fiscale europea dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza; l’accelerazione delle transizioni gemelle, digitale ed ecologica, promossa dal Green Deal europeo; la revisione della strategia industriale; infine, l’emergere dell’esigenza di sviluppare una vera e propria politica sanitaria unionale.
Concludo, quindi, la rassegna degli importanti cambiamenti che si stanno verificando nell’Unione europea, con uno sguardo a una delle politiche che sin dalle origini hanno caratterizzato e accompagnato l’unificazione europea, cioè la politica di concorrenza, rispetto alla quale, come è noto, l’Unione europea esercita una competenza esclusiva nella “definizione delle regole di concorrenza necessarie al funzionamento del mercato interno”, come recita l’articolo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
Il principio di una economia di mercato aperta e in libera concorrenza è il fondamento della politica economica dell’Unione europea e un intero Capo del Titolo VII del TFUE è dedicato alle “Regole di concorrenza”.
La politica unionale di libera concorrenza è articolata in due principali pilastri:
- il primo dedicato alle imprese e, in particolare, agli accordi tra le stesse, poiché, per essere efficace, la concorrenza richiede alle imprese di agire indipendentemente l’una dall’altra ed essere soggette alla pressione esercitata dai concorrenti;
- il secondo dedicato all’intervento dello Stato nell’economia, volto, in particolare, a impedire che le autorità pubbliche nazionali sovvenzionino le proprie imprese conferendo ad esse un vantaggio rispetto alle imprese concorrenti. In particolare, il TFUE vieta generalmente gli aiuti di Stato alle imprese a meno che non siano giustificati da ragioni di sviluppo economico generale.
In termini generali, il pacchetto di strumenti della politica di concorrenza dell’Unione europea comprende norme in materia di antitrust, controllo delle concentrazioni, aiuti di Stato, nonché servizi e imprese pubblici.
In particolare, sono cinque i principali strumenti della politica di concorrenza dell’Unione europea:
A. Divieto generale di accordi restrittivi della concorrenza (articolo 101 TFUE);
B. Sfruttamento abusivo di una posizione dominante (articolo 102 TFUE);
C. Procedura di controllo delle concentrazioni;
D. Divieto di concedere aiuti di Stato (articolo 107 TFUE);
E. Servizi pubblici di interesse economico generale (SIEG).
L’applicazione delle regole sulla concorrenza è assicurata dalla Commissione europea, la quale dispone di poteri molto ampi e penetranti: dall’annullamento degli accordi tra imprese vietati dal Trattato all’ordine di restituire gli aiuti di Stato ricevuti illegalmente.
La politica unionale della concorrenza incoraggia, quindi, le imprese a offrire ai consumatori beni e servizi alle condizioni più favorevoli; promuove l’efficienza e l’innovazione e riduce i prezzi.
Per fornire qualche dato che esemplifica il ruolo della politica della concorrenza dell’Unione europea, estratto dalla Relazione sulla politica di concorrenza 2020 [doc. COM(2021) 373 del 7.7.2021], nel 2020, i risparmi totali stimati dai clienti derivanti dai divieti di cartello e dagli interventi sulle fusioni sono compresi tra 14 e 23,3 miliardi di euro; nel 2019, le norme sugli aiuti di Stato hanno contribuito a convogliare il 51% di tutti gli aiuti forniti dagli Stati membri alla protezione dell’ambiente e al risparmio energetico e il 10% alla ricerca e sviluppo.
Oggi la politica di concorrenza si trova di fronte a nuove sfide che la Commissione europea ha prontamente colto con una comunicazione del 18 novembre 2021 nella quale anticipa gli elementi chiave di una profonda revisione della politica di concorrenza che interessa tutti gli strumenti di concorrenza (fusioni, antitrust e controllo degli aiuti di Stato).
Infatti, l’economia europea si trova a un bivio fondamentale tra la necessità di una ripresa economica da una profonda crisi segnata da estreme variazioni sia dell’offerta che della domanda, dentro e fuori l’Europa, e le necessità indotte, dall’altro lato, dai profondi cambiamenti nelle pratiche di business e modelli che richiedono massicci investimenti a lungo termine al fine di assicurare le transizioni verde e digitali e la competitività futura dell’economia europea nonché la sua autonomia strategica nel contesto globale.
In questo contesto, la comunicazione della Commissione europea stabilisce:
- il percorso per una progressiva eliminazione delle misure di crisi nell’ambito del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, accompagnato da misure per rilanciare e attirare gli investimenti privati nella fase di ripresa; e
- il percorso di una revisione di vasta portata della politica di concorrenza e della sua applicazione al fine di favorire gli sforzi dell’Unione per fornire impulso alle transizioni verde e digitali in un mercato unico resiliente.
La proroga del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato
La Commissione europea ha deciso di prorogare fino al 30 giugno 2022 il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, la cui scadenza era prevista per il 31 dicembre 2021. Inoltre, al fine di accelerare ulteriormente la ripresa, la Commissione ha deciso di introdurre due nuove misure per creare, per un ulteriore periodo limitato, incentivi diretti per investimenti privati e misure di sostegno alla solvibilità orientati al futuro.
La revisione delle regole di concorrenza
Per contribuire alla transizione verde, la Commissione annuncia l’imminente nuova disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia, la quale mira a sostenere gli sforzi dell’industria verso la decarbonizzazione, la circolarità e la biodiversità, così come una mobilità pulita o a zero emissioni e l’efficienza energetica nell’edilizia.
La Commissione intende, inoltre, mettere a disposizione linee guida e certezza del diritto così da instaurare una cooperazione nella ricerca di prodotti e processi di produzione più sostenibili, nell’ambito dell’aggiornamento dei regolamenti e orientamenti orizzontali di esenzione per categoria.
Sempre in materia di aiuti di Stato, per contribuire alla transizione digitale, l’imminente disciplina in materia di aiuti di Stato per la banda larga mirerà a promuovere lo sviluppo delle infrastrutture digitali favorendo la diffusione e l’adozione di reti a banda larga che rispondano alle esigenze in rapida evoluzione degli utenti.
Nel campo delle norme antitrust e sulle concentrazioni, invece, la Commissione annuncia una revisione della nozione di “mercato” adottata nel 1997, per tenere conto degli sviluppi significativi degli ultimi venti anni, in particolare la digitalizzazione e nuovi modi di offrire beni e servizi e per riflettere la natura sempre più interconnessa e globalizzata degli scambi commerciali.
Per contribuire alla resilienza mediante mercati aperti e competitivi, il controllo europeo delle concentrazioni continuerà a permettere alle imprese di ingrandirsi, garantendo nel contempo che i mercati restino concorrenziali e le catene di approvvigionamento diversificate. La politica antitrust consentirà, inoltre, alle imprese dell’Unione europea di unire le forze per portare avanti attività di ricerca e sviluppo, progettare, produrre e commercializzare prodotti o acquistare insieme i prodotti o servizi di cui necessitano per le loro attività.
Infine, la Commissione continuerà a sostenere le iniziative degli Stati membri volte a definire nuovi importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) coi quali colmare insieme le carenze del mercato consentendo l’innovazione pionieristica e gli investimenti infrastrutturali nelle grandi priorità verdi e digitali: idrogeno, cloud, salute, microelettronica. L’imminente comunicazione sugli aiuti di Stato per gli IPCEI ne amplierà l’apertura, favorirà la partecipazione delle PMI e preciserà i criteri per mettere in comune le risorse nazionali e unionali.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Commissione europea, Una politica di concorrenza all’altezza delle nuove sfide, doc. COM (2021) 713 del 18.11.2021