Simone Weil: una nuova civiltà europea
6 aprile 2014 di Mauro Varotto
In un momento storico in cui, dopo un secolo, tornano a riaffacciarsi gli oscuri e antichi mali dell’Europa, il nazionalismo e il populismo, Simone Weil, in una serie di pagine composte a Londra, dove era tornata per prendere parte alla guerra di liberazione dell’Europa dal nazismo, negli ultimi due anni della sua breve vita, tra il 1942 e il 1943, ci ricorda non solo che “l’uomo è una bestia dalla memoria corta” (aggiungo: in grado di dimenticare, rapidamente e facilmente, che cosa era l’Europa prima dell’avvento del processo di integrazione europea), ma, soprattutto, che, come esseri umani e come europei, “La sola cosa che possiamo costruire è una civiltà. Nuova, rispetto al caos spaventoso finito in un incubo. Antica di spirito. Viva (…)”.
Grazie al lavoro di traduzione e cura editoriale svolto dal prof. Domenico Canciani, che insegna Lingua e cultura francese presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Padova, assieme a Maria Antonietta Vito, possiamo oggi rileggere, per la prima volta in maniera completa e organica, gli ultimi scritti di Simone Weil, che, come evidenziano i due curatori nell’ampia introduzione:
“muovono attorno ad un tema comune, il ripensamento indispensabile di tutta la cultura occidentale. (…) sono tutti animati da questa urgenza di contribuire alla nascita di una nuova civiltà. Alcuni in modo più tecnico, altri in una dimensione più specificatamente culturale, nel loro insieme questi scritti nascono dentro una temperie costituente”.
Nel pieno della seconda guerra mondiale, a differenza di coloro che sarebbero poi divenuti i Padri fondatori dell’Europa, Simone Weil non si occupa dei progetti concreti di costruzione di una Europa finalmente riappacificata e unita, ma va più a fondo, alla ricerca dei fondamenti culturali ed etici dell’essere “europei”, perché, come scrive nell’ultimo testo della raccolta, intitolato La persona è sacra?:
“Al di sopra delle istituzioni, destinate a tutelare il diritto, le persone, le liberà democratiche, bisogna inventarne altre destinate a discernere e a eliminare tutto ciò che nella vita contemporanea schiaccia le anime sotto il peso dell’ingiustizia, della menzogna e della bassezza”.
Riferimento bibliografico:
Simone Weil, Una costituente per l’Europa. Scritti londinesi, a cura di Domenico Canciani e Maria Antonietta Vito, Castelvecchi, 2013, pp. 380