Aderire all’Unione europea: lo stato di avanzamento del processo di allargamento
11 novembre 2016 di Mauro Varotto
Ogni Stato europeo che rispetti i valori democratici dell’Unione e si impegni a promuoverli, può diventare membro dell’Unione europea, presentando la domanda di adesione.
Oggi l’Unione europea ha in corso un programma di allargamento ai paesi dei Balcani occidentali e alla Turchia.
Negoziati di adesione, infatti, sono stati avviati con alcuni paesi che oggi hanno lo status di “Paesi candidati”: Turchia (2005), Montenegro (2012) e Serbia (2014).
Non sono stati ancora avviati negoziati con altri candidati, in particolare con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, paese candidato dal 2005, né con l’Albania, paese candidato dal 2014.
Bosnia-Erzegovina e Kosovo, invece, hanno attualmente lo status di “Paesi potenziali candidati”.
La Commissione europea ha presentato in questi giorni la relazione sui progressi compiuti dai singoli Paesi nell’avvicinamento all’Unione europea e sulle questioni ancora aperte: il cosiddetto “2016 Enlargement Package”.
I criteri per l’adesione all’UE
Infatti, il primo passo per uno Stato europeo che voglia aderire all’Unione è di dimostrare di soddisfare i criteri chiave stabiliti per l’adesione, i quali sono stati prevalentemente definiti al Consiglio europeo di Copenaghen nel 1993, motivo per cui sono meglio conosciuti come “criteri di Copenhagen”.
In particolare, i paesi che intendono aderire devono avere:
- istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la tutela delle minoranze;
- un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alla concorrenza e alle forze di mercato all’interno dell’UE;
- la capacità di assumere e realizzare efficacemente gli obblighi di tale appartenenza, inclusa l’adesione agli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria.
Lo stato di avanzamento dei singoli Paesi Candidati
La prospettiva dell’adesione all’UE continua a incoraggiare la trasformazione e a mantenere la stabilità nei paesi dell’Europa sudorientale e la politica di allargamento continua a produrre risultati e nella maggior parte dei paesi le riforme avanzano, anche se a ritmi diversi.
Nel suo pacchetto 2016 sull’allargamento la Commissione europea ha elaborato una specifica relazione sui progressi compiuti da ogni singolo paese verso la convergenza con i “criteri di Copenhagen”.
Con riferimento alla situazione dello Stato di diritto, nel complesso i Paesi candidati hanno compiuto notevoli sforzi per modernizzare i quadri giuridici e le infrastrutture. L’Albania, ad esempio, ha adottato alcune modifiche costituzionali che gettano le basi per un’ampia e profonda riforma del sistema giudiziario. La maggior parte dei Paesi, tuttavia, continua a presentare problemi di efficienza e uno scarso grado di indipendenza e di responsabilità del potere giudiziario. I paesi dell’allargamento hanno inoltre modificato la loro legislazione penale e antiterrorismo, dotandosi di strumenti più efficaci per contrastare tali fenomeni.
I diritti fondamentali continuano ad essere formalmente riconosciuti dalla legislazione dei paesi dell’allargamento. Tuttavia, nei Balcani occidentali permangono carenze a livello di attuazione pratica, ma la situazione è sostanzialmente stabile.
In Turchia si sono registrati passi indietro in questo ambito, a seguito del tentativo di colpo di Stato del mese di luglio, quando è stato dichiarato lo stato di emergenza, accompagnato dall’adozione di misure di vasta portata che limitano i diritti fondamentali. Da allora, sono state denunciate numerose violazioni gravi del divieto di tortura e di maltrattamento e dei diritti procedurali.
Invece, la libertà di espressione e dei mezzi di comunicazione continua a destare particolare preoccupazione nella maggior parte dei paesi dell’allargamento, anche se in misura diversa.
Restano un serio problema la discriminazione e l’ostilità nei confronti dei gruppi vulnerabili, anche sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
La crisi migratoria ha oggi una rilevanza strategica per le politiche di allargamento. La chiusura della rotta dei Balcani occidentali da parte dei paesi interessati e l’accordo UE-Turchia del 18 marzo scorso hanno portato a chiari risultati sul campo: il numero di migranti irregolari e di richiedenti asilo sbarcati sulle isole greche è diminuito in modo significativo, da alcune migliaia al giorno a meno di 100 al giorno in media, con un conseguente calo drastico del numero di vite perse in mare.
Il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche resta una sfida fondamentale in alcuni paesi. Assegnare un ruolo centrale ai parlamenti nazionali per garantire la democrazia non è ancora parte integrante della cultura politica di questi Paesi. In Turchia, il tentativo di colpo di Stato nel mese di luglio è stato un incredibile e brutale attacco alle istituzioni democraticamente elette. Data la grave minaccia per la democrazia e lo Stato, una reazione rapida e decisa è stata considerata legittima, ma la portata e la natura collettiva delle misure adottate sollevano una serie di interrogativi.
I progressi nelle riforme della pubblica amministrazione sono molto diversi tra i vari paesi. Il diritto dei cittadini a una buona amministrazione, all’accesso all’informazione e alla giustizia amministrativa non è ancora garantito in modo efficace.
Infine, la situazione economica è gradualmente migliorata in tutta la regione, con un aumento della crescita, degli investimenti e dei posti di lavoro creati nel settore privato.
Tuttavia, tutti i paesi dell’allargamento affrontano importanti sfide economiche e sociali di carattere strutturale, con una pubblica amministrazione poco efficiente ed elevati tassi di disoccupazione, in particolare quella giovanile, oggi a livelli preoccupanti. Anche il clima per attirare investimenti in questi paesi oggi è influenzato negativamente dalla persistente debolezza dello Stato di diritto.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Sito web sulla politica di allargamento dell’UE.
Il documento di strategia elaborato dalla Commissione europea, 2016 Communication on EU Enlargement Policy, COM(2016) 715 del 89 novembre 2016
I link alle relazioni della Commissione europea sui singoli Paesi: