Una nuova agenda europea per la cultura
25 Maggio 2018 di Mauro Varotto
L’Unione europea non è uno Stato ma uno spazio di collaborazione tra Stati, regioni, enti locali, cittadini, associazioni, imprese, che vogliono condividere un destino comune, fondato su valori comuni: è tutta qui l’importanza storica del processo di integrazione europea, il quale ha segnato la fine della divisione del continente europeo e l’inizio di una nuova fase di convivenza pacifica.
Esiste una identità culturale europea e che cosa ci rende “europei”? Una comune eredità culturale, una comune eredità religiosa, una comune eredità umanistica, sono alla base dell’idea di Europa. Da queste eredità comuni si sono sviluppati valori oggi divenuti universali: i diritti inviolabili e inalienabili della persona, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo Stato di diritto.
L’Unione europea è oggi la forma di integrazione oggi più avanzata tra i popoli europei: promuove la solidarietà tra di essi, rispettandone la storia, la cultura e le tradizioni.
Infatti essa, come dispone l’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea, “rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo” e, in tutte le sue politiche “tiene conto degli aspetti culturali (…) in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle sue culture”.
“Unita nella diversità” è il motto dell’Unione europea e il governo delle “differenze” è la sua missione, perché su ciò si gioca la possibilità di una pacifica convivenza tra i popoli europei.
In questo contesto, affonda le radici la recente iniziativa della Commissione europea per una nuova agenda culturale dell’Europa (la prima fu adottata nel 2007), un compito che il Trattato affida all’Unione con questa sintetica disposizione giuridica: “L’Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune”.
Che cosa può fare l’Unione per la cultura europea in un mondo in via di globalizzazione? Lo stabilisce l’art. 167 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea:
“L’azione dell’Unione è intesa ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e ad integrare l’azione di questi ultimi nei seguenti settori:
– miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei,
– conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea,
– scambi culturali non commerciali,
– creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo”.
Un programma europeo ad hoc, denominato “Europa creativa”, stanzia per il periodo 2014-2020 circa 1,5 miliardi di euro per la cultura.
La nuova agenda europea per la cultura va oltre e traccia un disegno a lungo termine perché soprattutto la cultura può rafforzare un’identità europea e contribuire a unire gli europei, promuovendo la tutela della vera ricchezza europea: la diversità culturale.
Il 2018 è l’anno europeo del patrimonio culturale e l’iniziativa di una nuova agenda europea per la cultura intende anche aiutare gli Stati membri a preservare meglio il patrimonio culturale e a sfruttare il potenziale della cultura nel promuovere l’innovazione, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.
Ma la cultura è anche un potente strumento per costruire legami più forti tra le comunità e con i partner dell’Unione europea in tutto il mondo.
Quindi, la nuova agenda ha tre obiettivi strategici che tengono conto della dimensione sociale, economica e della dimensione esterna della cultura.
Sotto il profilo della dimensione sociale, la nuova agenda intende sfruttare il potere della cultura e della diversità culturale per aumentare la coesione sociale e il benessere, attraverso:
- la promozione della capacità culturale di tutti gli europei, sostenendo una vasta gamma di attività culturali e offrendo opportunità di partecipazione attiva a tutti;
- l’incentivazione della mobilità dei professionisti nei settori culturali e creativi e la rimozione degli ostacoli alla loro mobilità
- la protezione e valorizzazione del patrimonio culturale europeo come risorsa condivisa, la sensibilizzazione sulla nostra storia e sui nostri valori comuni e il rafforzamento del senso dell’identità europea comune
Sotto il profilo della dimensione economica, invece, l’agenda europea intende sostenere la creatività basata sulla cultura, sull’educazione e sull’innovazione, anche per incrementare occupazione e crescita, mediante:
- la promozione dell’arte, della cultura e del pensiero creativo nell’istruzione e nella formazione formale e non formale a tutti i livelli e nell’apprendimento permanente;
- lo sviluppo di ecosistemi favorevoli per le industrie culturali e creative, promuovendone l’accesso ai finanziamenti, le capacità di innovazione, nonché l’equa remunerazione di autori e creatori e la cooperazione tra i diversi settori culturali;
- la crescita delle competenze necessarie per i settori culturali e creativi, comprese le competenze digitali, imprenditoriali, tradizionali e specializzate.
Infine, sotto il profilo della dimensione esterna, la nuova agenda di propone di rafforzare le relazioni culturali internazionali, attraverso:
- il sostegno alla cultura come motore per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile, soprattutto nei paesi in via di sviluppo;
- il dialogo interculturale per relazioni inter-comunitarie pacifiche;
- la cooperazione internazionale sul patrimonio culturale.
La Commissione annuncia anche un piano d’azione europeo per i beni culturali che sarà presentato alla fine del 2018 e chiede ai singoli Stati membri di elaborare piani nazionali nel medesimo ambito.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Una nuova agenda europea per la cultura, doc. COM(2018) 267 del 22 maggio 2018
Sito web della Commissione dedicato alla nuova agenda europea per la cultura.