L’Unione europea propone la cultura come quarta dimensione della sostenibilità
6 dicembre 2019 di Mauro Varotto
L’Unione europea, si legge nel preambolo del suo Trattato istitutivo, rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo.
A tal fine, l’Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l’azione degli Stati membri anche nel settore della cultura, come ho avuto modo si scrivere in un precedente articolo.
In proposito, uno specifico articolo del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), l’articolo 167, stabilisce i compiti dell’Unione in tale ambito:
- contribuire al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune;
- incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e ad integrare l’azione di questi ultimi nel settore del miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei, della conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea, degli scambi culturali non commerciali e, infine, della creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo;
- favorire, assieme ai suoi Stati membri, la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di cultura, in particolare con il Consiglio d’Europa.
Oltre a ciò, il medesimo TFUE impone all’Unione di considerare gli aspetti culturali in tutte le sue politiche e in tutte le sue iniziative, in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle sue culture.
E’, pertanto, alla luce di tale mandato istituzionale che deve leggersi la recente iniziativa del Consiglio dell’Unione europea il quale, assieme agli Stati membri, propone di considerare la cultura, in quanto settore di attività, come un pilastro autonomo dello sviluppo sostenibile, a completamento delle tre tradizionali dimensioni (economica, sociale e ambientale) fissate dall’Agenda 2030 dell’ONU.
Infatti, se, da un lato, i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 dell’ONU – per i quali rinvio a un precedente articolo – rappresentano il quadro universalmente concordato per promuovere la sostenibilità, dall’altro lato, tali SDG non fanno riferimento a tutte le politiche e misure a cui è possibile ricorrere per realizzare la sostenibilità.
La cultura, intesa come sistema di significati condivisi all’interno di una comunità, incide sul modo in cui tale comunità valuta le misure di sviluppo sostenibile e, pertanto, costituisce un fattore trainante dello sviluppo sostenibile che può conciliare le diverse preoccupazioni ambientali, sociali ed economiche.
Nonostante l’importante lavoro svolto dall’Unesco per sfruttare il contributo della cultura all’Agenda 2030, in particolare allineando l’attuazione di tutte le convenzioni culturali agli SDG, tuttavia, il contributo delle politiche e delle misure culturali alla sostenibilità non è ancora pienamente riconosciuto.
Per questo, secondo l’Unione europea, la cultura può e deve essere considerata la quarta dimensione dello sviluppo sostenibile e non una semplice dimensione trasversale alle altre tre: “in quanto caratteristiche distintive dell’umanità – si legge nella Risoluzione del Consiglio dell’Unione europea – le culture, in tutta la loro diversità e ricchezza, incarnano valori e sono fonti di identità; ciò consente alla cultura di favorire il cambiamento in quanto creatrice di sostenibilità, promuovendo stili di vita e società sostenibili e migliorando al contempo la qualità della vita”.
Questa iniziativa nasce nel contesto di un lungo percorso di cooperazione in materia di politica culturale nell’Unione europea, di cui, in appendice al presente articolo, riporto i principali documenti di riferimento: dal 2002, infatti, il Consiglio dell’Unione europea attua piani di lavoro per la cultura; dal 2007 la Commissione europea attua agende europee per la cultura, l’ultima delle quali – già presentata nel blog – è stata adottata nel 2018.
I lavori del Consiglio e della Commissione si sono concentrati sulla promozione, in particolare, della diversità culturale, nonché degli aspetti economici, sociali e delle relazioni esterne della cultura, su cui mi sono soffermato in un precedente articolo.
Inoltre, la cooperazione nel quadro dei piani di lavoro e delle agende ha portato all’elaborazione di politiche negli Stati membri, in particolare attraverso il cosiddetto “metodo di coordinamento aperto” (MCA), e a diverse azioni concrete.
Sul solco tracciato dalla intensa cooperazione culturale a livello europeo, il Consiglio invita la Commissione europea che si è appena insediata, e nel cui programma di lavoro – come ho scritto in precedenza – assume un ruolo centrale l’impegno a realizzare gli SDG e a conseguire uno sviluppo sostenibile, a elaborare, in coordinamento con gli Stati membri, un piano d’azione sulla dimensione culturale dello sviluppo sostenibile a livello dell’Unione europea e integrare tale piano d’azione nella strategia dell’Unione di attuazione dell’Agenda 2030.
Il Consiglio, infine, fornisce alcune indicazioni politiche per la redazione di un tale piano d’azione, il quale potrebbe:
- assicurare la realizzazione degli SDG nel settore della cultura, promuovere la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile e sfruttare appieno il potenziale della cultura ai fini della promozione della sostenibilità;
- basarsi sui lavori esistenti svolti nel quadro del piano di lavoro del Consiglio per la cultura, soprattutto quelli che dovranno essere realizzati da un gruppo dell’MCA ad hoc, e della nuova agenda europea per la cultura;
- garantire la coerenza delle misure e degli approcci culturali e connessi alla cultura dell’Unione per massimizzare il contributo della dimensione culturale alla realizzazione degli SDG;
- proporre modifiche ai lavori in corso sulla sostenibilità o avviare iniziative del tutto nuove in materia di cultura e sostenibilità.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Risoluzione del Consiglio dell’Unione europea e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulla dimensione culturale dello sviluppo sostenibile, in GU UE C 410 del 6.12.2019, pag. 1
Documenti strategici dell’Unione europea sulla dimensione culturale dello sviluppo sostenibile:
Conclusioni del Consiglio su un approccio strategico dell’UE alle relazioni culturali internazionali e un quadro d’azione, in GU UE C 192 del 7.6.2019, pag. 6
Conclusioni del Consiglio sul piano di lavoro per la cultura 2019-2022, in GU UE C 460 del 21.12.2018, pag. 12
Conclusioni del Consiglio sulla necessità di mettere in rilievo il patrimonio culturale in tutte le politiche dell’UE, in GU UE C 196 dell’8.6.2018, pag. 20
Conclusioni del Consiglio su un approccio strategico dell’UE alle relazioni culturali internazionali, in GU UE C 189 del 15.6.2017, pag. 38
Conclusioni del Consiglio sulla cultura nelle relazioni esterne dell’UE, in particolare sulla cultura nella cooperazione allo sviluppo, in GU UE C 417 del 15.12.2015, pag. 41
Conclusioni del Consiglio relative al patrimonio culturale come risorsa strategica per un’Europa sostenibile, in GU UE C 183 del 14.6.2014, pag. 36
Conclusioni del Consiglio sulla governance partecipativa del patrimonio culturale, in GU UE C 463 del 23.12.2014, pag. 1
Conclusioni del Consiglio sul contributo della cultura all’attuazione della strategia Europa 2020, in GU UE C 175 del 15.6.2011, pag. 1
Conclusioni del Consiglio relative all’architettura: il contributo della cultura allo sviluppo sostenibile, in GU UE C 319 del 13.12.2008, pag. 13
Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio – Verso una strategia dell’Unione europea per le relazioni culturali internazionali, doc. JOIN(2016) 29 del
Comunicazione della Commissione – Una nuova agenda europea per la cultura, doc. COM(2018) 267 del 22.05.2018