Verso l’agenda strategica europea per la sostenibilità entro il 2030

8 febbraio 2019 di Mauro Varotto

Nel prossimo mese di maggio i cittadini dell’Unione europea eleggeranno il nuovo Parlamento europeo e, in autunno, si insedierà la nuova Commissione europea; a fine 2020 si concluderanno la strategia “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” e il ciclo di programmazione finanziaria 2014-2020.

E’ arrivato, quindi, il momento per l’Unione europea di guardare al futuro e di iniziare a delineare nuove strategie politiche complessive.

Il Consiglio europeo del 20-21 giugno 2019, infatti, definirà una nuova “Agenda strategica” di aree prioritarie su cui concentrare l’intervento e l’attenzione dell’Unione nei prossimi cinque anni (2019-2024). Su tali basi, il futuro presidente della Commissione determinerà le priorità politiche per il proprio mandato, sempre quinquennale: la scelta dei settori prioritari su cui ci si concentreranno le iniziative della futura Commissione europea scaturiranno dall’agenda strategica del Consiglio e dalle discussioni con i gruppi politici del Parlamento europeo.

In vista di tali nuove agende politiche, la Commissione europea ha presentato un documento di riflessione sul futuro dell’Europa e sulle sue politiche di settore post-2020, intitolato: “Verso un’Europa sostenibile entro il 2030”.

Come si evince già dal titolo, l’obiettivo strategico dell’Unione europea, in coerenza con i suoi trattati istitutivi, è e rimarrà lo sviluppo sostenibile, quale definito, oggi, dai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni unite, approvata il 25 settembre 2015 dai Paesi di tutto il mondo, i cui leader si sono impegnati a eliminare la povertà, proteggere il pianeta e garantire pace e prosperità per tutti, come ho avuto modo di scrivere in un precedente articolo del blog.

 

E’ noto che l’Unione europea ha svolto un ruolo trainante nella stesura dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul clima.

Oggi è impegnata a darvi attuazione: sempre in questo blog, ho già presentato sia le modalità attraverso le quali l’Unione europea sta implementando l’Agenda 2030 nelle proprie politiche e programmi, sia la visione strategica a lungo termine elaborata dalla Commissione europea nel documento: “Un pianeta pulito per tutti. Visione strategica europea a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra”, che delinea i presupposti per un cambiamento strutturale dell’economia europea entro il 2050.

In questo contesto, la Commissione europea considera l’Agenda 2030 dell’ONU, assieme all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 12 dicembre 2015, per il quale rinvio a un precedente articolo, una tabella di marcia e un quadro globale di cooperazione internazionale nel campo dello sviluppo sostenibile, nelle sue dimensioni economiche, sociali, ambientali e di governance.

Scrive, in proposito la Commissione:

Gli OSS non sono un obiettivo di per sé, ma fungono da bussola e da mappa. Offrono la necessaria prospettiva a lungo termine, che trascende le campagne elettorali e le considerazioni a impatto immediato. Ci aiutano a orientarci per sostenere democrazie solide, costruire economie moderne e dinamiche e contribuire a un mondo con un migliore tenore di vita, disuguaglianze in diminuzione e la garanzia che nessuno venga lasciato indietro, rispettando allo stesso tempo i limiti del nostro pianeta e assicurandolo alle generazioni future.”

 

Tre scenari per la futura strategia di sviluppo dell’Unione europea

Con il documento di riflessione appena presentato, quindi, la Commissione intende gettare le basi per la futura strategia politica dell’Unione, contribuendo a “un dibattito veramente globale e lungimirante sul futuro dell’Europa, e lo sviluppo sostenibile è legato a doppio filo a tale futuro”.

Quali sono i termini del dibattito aperto dalla Commissione europea?

Si tratta di definire i ruoli delle istituzioni dell’Unione europea, delle istituzioni nazionali e di tutti gli altri attori coinvolti nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile in Europa, come scrive la stessa Commissione:

“L’UE è pienamente impegnata nel conseguimento e nell’attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In vista dell’imminente nuovo ciclo politico, è giunto il momento di definire di comune accordo in che modo intendiamo rispettare gli impegni che abbiamo preso collettivamente. Le istituzioni dell’UE devono decidere a quali strutture, strumenti e politiche intendono ricorrere per attuare e conseguire gli OSS e per aiutare e guidare i nostri partner. Vi sono idee diverse sul modo migliore per raggiungere questi obiettivi, e ciascuna istituzione – Parlamento, Consiglio e Commissione – ha le proprie competenze in linea con i trattati e con gli impegni internazionali dell’UE”.

La Commissione propone tre scenari possibili, sui quali apre la discussione tra i cittadini, le parti interessate, i governi e le istituzioni “allo scopo di ispirare l’elaborazione dell’agenda strategica dell’UE 2019-2024 e le priorità del prossimo Presidente della Commissione europea”:

  • il primo scenario prevede una governance europea del percorso verso lo sviluppo sostenibile, mediante la creazione di una agenda europea e di un “processo europeo di coordinamento della strategia per gli OSS”, al fine di valutare periodicamente e monitorare i progressi compiuti nell’attuazione: “in questo scenario, l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli OSS costituiscono la nostra bussola e la nostra mappa e determinano così il quadro strategico per l’UE e i suoi Stati membri”. Le implicazioni di questo approccio sono soprattutto le seguenti:
    • gli obiettivi specifici di attuazione degli OSS sono definiti a livello dell’UE e una strategia generale dell’UE per gli OSS è attuata dalla Commissione, dal Parlamento europeo e dal Consiglio;
    • strategie nazionali globali in materia di OSS sono sviluppate a livello nazionale;
    • traguardi concreti e scadenzati per il 2030 sono proposti dalla Commissione e approvati dal Consiglio europeo;
  • il secondo scenario, invece, prevede un approccio in base al quale gli OSS sono integrati in tutte le politiche e i programmi post-2020 dell’Unione, sebbene il raggiungimento collettivo degli impegni relativi agli OSS non sia vincolante per gli Stati membri. Questo secondo scenario, quindi, lascerebbe gli Stati membri e le autorità regionali e locali più liberi di stabilire se e come modificare i loro interventi al fine di realizzare in modo coerente gli OSS. In pratica, gli OSS dell’Agenda 2030 sarebbero impiegati per orientare lo sviluppo della strategia dell’Unione europea per la crescita dopo il 2020, puntando sui settori con il maggior valore aggiunto dell’Unione – quali l’economia circolare, la ricerca e l’innovazione, l’occupazione e l’inclusione sociale, il clima e l’energia, i sistemi alimentari, l’agricoltura e l’uso del suolo e la politica di coesione – e utilizzando il quadro finanziario pluriennale (QFP) per fornire parte del finanziamento aggiuntivo necessario per realizzare l’approccio relativo all’integrazione della sostenibilità.
  • il terzo scenario, infine, punta più sull’azione esterna dell’Unione europea, consolidando al contempo il principio della sostenibilità a livello europeo. L’azione esterna diverrebbe una priorità nell’ambito degli OSS, poiché l’Unione è già all’avanguardia in molti aspetti relativi agli OSS e, quindi, si potrebbe concentrare maggiormente su un’azione volta ad aiutare il resto del mondo a raggiungere gli stessi standard, perseguendo al contempo alcuni miglioramenti a livello unionale. In pratica, secondo questo approccio, l’Unione europea potrebbe pertanto decidere di promuovere maggiormente le sue attuali norme ambientali, sociali e di governance attraverso negoziati multilaterali e accordi commerciali, intensificando la sua collaborazione con le principali organizzazioni e i più importanti forum internazionali, come le Nazioni Unite, l’Organizzazione internazionale del lavoro e l’Organizzazione mondiale del commercio, il G20 e gli organismi di vigilanza degli accordi ambientali multilaterali, al fine di far progredire un’agenda di politica estera basata sui suoi valori.

 

Il dibattito, quindi, è aperto.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Commissione europea, Documento di riflessione Verso un’Europa sostenibile entro il 2030, doc. COM(2019) 22 del 30 gennaio 2019

Pagina della Commissione europea dedicata all’agenda europea per la sontenibilità

Il report 2018 dell’ONU sulla attuazione degli OSS nei Paesi del mondo:

2018 SDG Index and Dashboards Report

 

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