La nuova politica industriale europea per il 2030: le proposte di Francia e Germania
22 febbraio 2019 di Mauro Varotto
Nel solco tracciato dal Trattato di cooperazione e integrazione tra la Repubblica francese e la Repubblica federale di Germania, firmato ad Aquisgrana il 22 gennaio 2019 e presentato in questo blog qualche settimana fa, i ministri dell’economia e delle finanze di Francia e Germania hanno presentato, il 19 febbraio scorso, il “Manifesto franco-tedesco per un politica industriale europea adatta al 21° secolo” (titolo originale: A Franco-German Manifesto for a European industrial policy fit for the 21st Century).
Il contesto del Manifesto franco–tedesco di politica industriale
Questa iniziativa è la diretta conseguenza – e l’attuazione – di quanto previsto da alcune norme del Trattato di Aquisgrana, di cui ne evidenzio un paio, per inquadrare correttamente il significato e la portata del “Manifesto”.
L’articolo 20 del Trattato, prevede che Francia e Germania “approfondiscano l’integrazione delle rispettive economie al fine di stabilire una zona economica franco-tedesca con regole comuni”.
Al Consiglio economico e finanziario franco-tedesco (CEFFA), creato nel 1988, il medesimo Trattato affida il compito di promuovere iniziative bilaterali, innanzitutto, per armonizzare la legislazione dei due Stati, in particolare nel settore del diritto commerciale; in secondo luogo, per coordinare regolarmente le rispettive politiche economiche, promuovendo processi di convergenza tra i due Stati e migliorare, in questo modo, la competitività delle due economie, in un momento in cui la ripresa economica in Europa segna il passo.
L’articolo 21, invece, promuove la cooperazione tra i due Stati nel campo della ricerca e della trasformazione digitale, in particolare nell’ambito dell’intelligenza artificiale e delle cosiddette innovazioni rivoluzionarie, promuovendo l’innovazione attraverso iniziative franco-tedesche, in questo caso aperte ad una più ampia cooperazione a livello europeo. Tra le iniziative previste, un processo di coordinamento e finanziamenti congiunti per sostenere programmi congiunti di ricerca e innovazione, a partire dagli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI), di cui ho scritto nel precedente articolo del blog.
Le finalità
Il Manifesto franco tedesco inizia con un appello all’unità europea: “In un momento di cambiamenti sempre più rapidi a livello globale, l’Europa deve mettere in comune i suoi punti di forza ed essere più unita che mai”.
Prosegue con l’indicazione di una precisa scelta di campo: l’Europa deve rimanere, anche in futuro e nel pieno della quarta rivoluzione industriale “una potenza manifatturiera e industriale globale”.
Se è vero che, grazie alla digitalizzazione, stanno emergendo nuovi settori industriali – quali il settore dell’intelligenza artificiale – e altri stanno cambiando a grande velocità – ad esempio, l’automobilistico e il ferroviario – tuttavia, i tradizionali settori industriali – a partire dall’acciaio e dall’alluminio – continueranno a svolgere un ruolo essenziale nell’economia europea e mondiale.
Infine, il Manifesto indica anche una precisa direzione di marcia: da un lato, servono massicci investimenti nel settore manifatturiero, per consentire all’Europa di competere sulla scena mondiale; dall’altro, sono necessarie strategie industriali a lungo termine, nel contesto del modello europeo di economia sociale di mercato e degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
La posta in gioco, come si legge sul Manifesto, sono la sovranità e l’indipendenza dell’economia europea. Per questo, la prossima Commissione europea, che si insedierà in autunno, dovrebbe dare priorità assoluta alla definizione di una strategia industriale europea più ambiziosa con obiettivi chiari per il 2030.
I tre pilastri del Manifesto franco -tedesco
Francia e Germania ritengono che la futura strategia industriale europea dovrebbe essere costruita attorno a tre pilastri, attorno ai quali i due Paesi intendono rafforzare sin da ora il loro sforzo industriale, progettuale e catalizzatore di investimenti.
- Investire massicciamente nell’innovazione
Il primo pilastro riguarda gli investimenti nell’innovazione per “creare, sviluppare e produrre nuove tecnologie”.
Le principali iniziative concrete proposte dal Manifesto franco-tedesco, e che avranno un impatto anche sulle politiche e i programmi dell’Unione europea, sono:
- creare una strategia europea per il finanziamento delle nuove tecnologie nell’ambito del programma “InvestEU” che coinvolga la Commissione europea, la BEI, il FEI e ogni altra istituzione o fondo che possa permettere di mobilitare i capitali privati nel finanziamento di start-up e aziende innovative;
- produrre un forte impegno dell’Unione europea per l’innovazione dirompente (disruptive innovation), finanziando progetti ad alto rischio in settori chiave quali la salute, l’energia, il clima, la sicurezza e le tecnologie digitali. Si tratta di confermare e potenziare il progetto pilota Consiglio europeo per l’innovazione (EIC), proposto nell’ambito del programma “Orizzonte 2020” per il biennio 2019-2020:
- diventare leader mondiali sull’intelligenza artificiale (AI): Francia e Germania inizieranno già a investire per dare attuazione al piano coordinato dell’Unione europea sull’intelligenza artificiale del 7 dicembre 2018, già presentato in questo blog e approvato dal Consiglio dell’Unione europea il 18 febbraio scorso, creando una rete comune di ricerca e innovazione che si occuperà, tra l’altro, del trasferimento dei risultati della ricerca alle imprese, anche nei settori della salute, dei trasporti e della robotica.
- produrre tecnologie innovative e all’avanguardia: ciò richiede una azione di nurturing technologies in Europa, che accompagni lo sviluppo delle tecnologie dalla ricerca fino alla prima distribuzione industriale. Il modello da seguire è quello, in fase di sperimentazione, degli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI), di cui ho scritto nel precedente articolo del blog.Nei mesi scorsi è stato approvato dalla Commissione europea il primo IPCEI sulla microelettronica, finanziato congiuntamente da Francia, Germania, Italia e Regno Unito (due le imprese italiane coinvolte: ST Microelectronics e Fondazione Bruno Kessler). Francia e Germania stanno selezionando in questi mesi le imprese – in questo caso, i produttori di automobili – per un secondo IPCEI, da fare approvare alla Commissione entro giugno 2019, su una nuova generazione di batterie. Seguiranno IPCEI negli ambiti delle tecnologie per l’idrogeno, dei processi industriali a basso tenore di carbonio, della salute intelligente e della sicurezza informatica.
- infine, assicurare che i mercati finanziari europei siano orientati a supportare l’innovazione nell’industria: Francia e Germania si impegneranno per completare l’Unione dei mercati dei capitali, in modo da fornire un più facile accesso ai finanziamenti per l’industria manifatturiera, soprattutto per progetti su vasta scala.
- Adeguare il quadro normativo delle regole di concorrenza europee
Il secondo pilastro della futura strategia industriale europea dovrebbe essere rappresentato da nuove regole sulle libera concorrenza: le regole dell’Unione europea rischiano di penalizzare le imprese europee, impedendo a esse accordi e interventi pubblici di sostegno che, invece, altre economie mondiali permettono.
Finché le regole di concorrenza non avranno un “regolatore globale” e non saranno applicate a tutte le imprese del mondo, “le imprese europee fronteggiano uno svantaggio enorme”. Pertanto, secondo Francia e Germania, pur riconoscendo che le regole della concorrenza sono essenziali, tuttavia “le norme esistenti devono essere riviste per poter tenere adeguatamente conto delle considerazioni di politica industriale al fine di consentire alle imprese europee di competere con successo sulla scena mondiale”.
Francia e Germania suggeriscono, quindi, di esaminare diverse opzioni per rivedere, in senso meno restrittivo, sia le regole europee nel campo degli accordi tra le imprese, sia quelle in materia di aiuti di Stato alle imprese, considerando anche ciò che permettono altre economie mondiali, quali Cina, Giappone e USA.
- Misure efficaci per proteggerci:
Infine, il terzo pilastro del Manifesto franco-tedesco è la difesa delle tecnologie, delle imprese e dei mercati europei.
Secondo Francia e Germania, sia l’Unione europea sia i singoli Stati membri, dovrebbero dotarsi di norme relative a:
- investimenti esteri nell’Unione europea, in modo da proteggere tecnologie strategiche e risorse europee fondamentali. In Francia e Germania sono già in vigore norme stringenti: è necessario che anche gli altri Paesi europei si dotino di norme analoghe e sviluppino meccanismi di controllo degli investimenti extra-UE nei propri territori, per non rendere vulnerabile l’intera Europa;
- un meccanismo di reciprocità efficace per gli appalti pubblici con i Paesi terzi. Una proposta di creazione di uno strumento di appalto internazionale è stata presentata dalla Commissione europea ed è attualmente in fase di negoziazione: deve essere approvata il prima possibile, poiché la “reciprocità”, a livello internazionale, è forse uno dei modi più efficaci per progredire verso una parità di condizioni a livello globale;
- una politica commerciale verso i Paesi extra-UE che consenta di difendere l’autonomia strategica dell’Unione europea: è necessario e urgente che l’Unione chieda una modifica dei regolamenti dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC/WTO) per migliorare la trasparenza del commercio internazionale, combattere in modo più efficace le pratiche di distorsione degli scambi commerciali, a partire dalle sovvenzioni eccessive all’industria.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
A Franco-German Manifesto for a European industrial policy fit for the 21st Century