Panoramica dei PNRR europei un anno dopo
25 marzo 2022 di Mauro Varotto
Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF – Recovery and Resilience Facility), istituito dal regolamento (UE) 2021/241 il 19 febbraio 2021, rappresenta, come ho avuto modo di scrivere in precedenti articoli del blog, il fulcro di “Next Generation EU”, la risposta dell’Unione europea per uscire più forti dalla pandemia di coronavirus.
A un anno di distanza, dopo aver presentato, il 17 febbraio scorso, la prima relazione semestrale sull’attuazione della strategia di finanziamento di “NextGenerationEU” nel periodo compreso tra giugno e dicembre 2021, la Commissione europea ha pubblicato una relazione specifica sul RRF – la prima relazione annuale prevista dall’articolo 31 del citato regolamento (UE) – con lo scopo di fare il punto sull’attuazione di questo programma straordinario di riforme e investimenti.
Lo stato delle procedure di approvazione e di finanziamento dei PNRR
Come è noto, gli Stati membri, tra cui l’Italia, hanno iniziato a presentare i loro piani per la ripresa e la resilienza nell’aprile 2021 dopo mesi di intensa preparazione in ragione della loro portata ed entità senza precedenti. La Commissione europea ha svolto rapidamente la fase di valutazione e le prime decisioni di esecuzione del Consiglio sono state adottate dallo stesso nel luglio 2021.
Finora 26 Stati membri hanno presentato i rispettivi piani per la ripresa e la resilienza, 22 dei quali sono stati prima valutati positivamente dalla Commissione e successivamente adottati dal Consiglio.
D’altro canto, la Commissione ha raccolto fondi sui mercati dei capitali e ha emesso le sue prime obbligazioni verdi, erogando, ad oggi, 66,6 miliardi di euro, di cui 56,6 miliardi di euro di prefinanziamenti, sostenendo gli Stati membri e l’Unione in un momento in cui la pandemia di coronavirus continua a pesare sulle loro economie.
Il RRF è entrato nella fase di attuazione, progredendo rapidamente secondo il calendario delle riforme e degli investimenti stabilito dagli Stati membri. La prima richiesta di pagamento è stata interamente evasa nel 2021 con l’erogazione di 10 miliardi di euro alla Spagna nel dicembre 2021, mentre nel 2022 si prevede che saranno presentate più di 30 richieste di pagamento.
In proposito, il 28 febbraio scorso la Commissione europea ha approvato la valutazione preliminare positiva della richiesta dell’Italia, presentata il 31 dicembre 2021, di pagamento di 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di euro di sovvenzioni e 11 miliardi di euro di prestiti, cui sono seguiti, a metà marzo 2022, il parere positivo del Comitato Economico e Finanziario (CEF) e del Comitato del dispositivo per la ripresa e la resilienza che dovrebbero aprile la strada all’erogazione dei fondi da parte della Commissione entro la fine dello stesso mese.
Contenuti dei PNRR
In sintesi, i 22 PNRR approvati dal Consiglio rappresentano una dotazione totale di 291 miliardi di euro in finanziamenti non rimborsabili e di 154 miliardi di euro in prestiti.
Sono sei Stati membri che hanno adottato un piano che prevede anche prestiti e non solo sovvenzioni: Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Romania, Sloveni).
I 22 PNRR si articolano per circa un terzo in riforme e due terzi in investimenti, con un totale di 5.155 traguardi (milestone) e obiettivi (target) da conseguire entro il 2026.
In base al regolamento che istituisce il RRF, le riforme e gli investimenti inclusi nei PNRR dovrebbero contribuire ai sei pilastri strategici, che definiscono l’ambito di applicazione del dispositivo, tenendo conto nel contempo della situazione e dei problemi specifici dello Stato membro interessato.
Qui di seguito sono riportate alcune informazioni essenziali per ciascuno dei sei pilastri.
Transizione verde (pilastro 1)
Secondo la metodologia di rendicontazione per pilastro, si stima che un totale di 224,1 miliardi di euro di spesa sarà destinato al pilastro della transizione verde (pari al 50% della spesa totale nei 22 piani).
Circa il 40% della dotazione totale dei piani riguarda misure a sostegno degli obiettivi climatici e un certo numero di PNRR supera in modo sostanziale l’obiettivo climatico del 37 % stabilito nel regolamento.
La spesa totale per il clima nei 22 piani adottati, infatti, ammonta a 177,4 miliardi di euro. Inoltre, i piani comprendono inoltre 16,3 miliardi di euro di spesa supplementare per l’ambiente , portando l’importo totale della spesa indicato come contributo agli obiettivi climatici o ambientali a 193,7 miliardi di euro.
La mobilità sostenibile rappresenta il 32% della spesa totale nell’ambito del pilastro della transizione verde (costo totale di 71,3 miliardi di euro).
L’efficienza energetica rappresenta il 29% della spesa totale nell’ambito del pilastro della transizione verde (costo totale di 64,4 miliardi di euro).
Nel complesso, la spesa totale stimata per l’energia pulita – energie rinnovabili e reti – rappresenta il 12% della spesa totale nell’ambito del pilastro della transizione verde (costo totale di 26,7 miliardi di euro).
I piani per la ripresa e la resilienza comprendono misure pertinenti per le politiche ambientali, principalmente in quattro settori: biodiversità ed ecosistemi; economia circolare, prevenzione e riciclaggio dei rifiuti; risorse idriche e marine; prevenzione e riduzione dell’inquinamento. Le quattro politiche in parola rappresentano il 13% della spesa totale nell’ambito del pilastro della transizione verde (spesa totale di 28,8 miliardi di EUR).
Le misure di adattamento ai cambiamenti climatici nelle attività verdi rappresentano circa il 6% della spesa totale nell’ambito del pilastro della transizione verde (spesa totale stimata di 12,5 miliardi di euro). Le misure previste nei piani riguardano principalmente la mitigazione dei rischi di alluvioni, la gestione delle foreste e la prevenzione degli incendi.
Trasformazione digitale (pilastro 2)
Il regolamento che istituisce il RRF prevede che almeno il 20% della dotazione totale di ciascun PNRR sostenga gli obiettivi digitali. Le riforme e gli investimenti proposti dagli Stati membri hanno superato l’obiettivo del 20 %; la spesa digitale totale nei piani adottati ammonta a 117 miliardi di euro, pari a circa il 26% della dotazione totale del piano calcolata secondo la metodologia per la marcatura digitale
In questo ambito, i PNRR prevedono una serie di misure a sostegno del pilastro della trasformazione digitale, quali la diffusione di reti 5G e ad altissima capacità, lo sviluppo delle competenze digitali per la popolazione e la forza lavoro, l’integrazione delle tecnologie digitali nei processi governativi, il sostegno alla digitalizzazione delle PMI nonché la R&S e la diffusione di tecnologie avanzate. Secondo la metodologia di rendicontazione per pilastro, una spesa totale di quasi 130 miliardi di euro è destinata al pilastro della trasformazione digitale (il 29% della spesa totale nei 22 piani).
Oltre un terzo della spesa digitale è destinato alla digitalizzazione dei servizi pubblici, compresa la digitalizzazione dei trasporti (il 36%, pari a 47 miliardi di euro), seguito da misure a sostegno della digitalizzazione delle imprese (il 20%, pari a 26 miliardi di euro) e del capitale umano (il 20%, pari a 26 miliardi di euro).
Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (pilastro 3)
Le misure che contribuiscono al pilastro della crescita intelligente, sostenibile e inclusiva riguardano oltre mille misure dei 22 PNRR, per un totale di circa 223 miliardi di euro. Tali misure riguardano settori molto diversi, dal sostegno alle PMI per la ricerca, allo sviluppo e all’innovazione, alle riforme volte a migliorare il contesto imprenditoriale o la competitività.
Tutti i PNRR prevedono misure relative alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione, per un totale di 44 miliardi di euro. L’importo degli investimenti in R&I rappresenta di norma tra il 4% e il 13% della dotazione di sovvenzioni del RRF di uno Stato membro.
Coesione sociale e territoriale (pilastro 4)
Le misure a sostegno della coesione sociale e territoriale ammontano a 193 miliardi di euro di spesa stimata.
Le misure a sostegno della coesione territoriale prevedono in particolare grandi investimenti infrastrutturali, che rappresentano più della metà della spesa che contribuisce al pilastro 4 (il 72%).
La spesa per la coesione sociale nel pilastro 4 è ripartita in modo sostanzialmente equo tra politiche sociali (protezione sociale ed edilizia popolare) e misure che contribuiscono all’occupazione e alle competenze (sostegno all’occupazione non giovanile, modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro e istruzione degli adulti).
Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale (pilastro 5)
I 22 PNRR adottati prevedono misure a sostegno del pilastro 5 per un importo totale di 78 miliardi di euro.
Sebbene i finanziamenti vertano soprattutto sul rafforzamento dell’assistenza sanitaria e sulla riforma della pubblica amministrazione, il numero di misure è distribuito in modo più uniforme tra le 14 aree di intervento
Infine, nella relazione della Commissione europea si possono trovare molte altre informazioni sulle riforme in atto e sui diversi aspetti specifici del RRF.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Commissione europea, Relazione sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, doc. C=M(2022) 75 del 1.3.2022