Investire in sé stessi: le opportunità offerte dall’Unione europea

29 dicembre 2016 di Mauro Varotto

Circa 70 milioni di europei non possiedono sufficienti competenze di lettura, scrittura e competenze matematiche. Il 40% della popolazione non dispone di un livello sufficiente di competenze digitali.

Non possedere queste competenze, oggi, significa essere esposti a un elevato rischio di disoccupazione, povertà ed esclusione sociale.

D’altro canto, il 40% dei datori di lavoro europei dichiara di non riuscire a reperire persone con le giuste competenze per crescere e innovare.

Infine, molte persone altamente qualificate, in particolare i giovani, svolgono mansioni lavorative non corrispondenti al loro talento e alle loro aspirazioni.

La situazione italiana è sintetizzata nei due grafici che riporto qui sotto e che parlano da soli.

Fonte: Commissione europea

Fonte: Commissione europea

 

La nuova agenda per le competenze per l’Europa, elaborata dalla Commissione europea, ha l’obiettivo di migliorare l’insegnamento e il riconoscimento delle competenze, da quelle di base a quelle più elevate, comprese quelle trasversali e civiche.

Non si tratta solo di assicurare un posto di lavoro, ma di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Inoltre, competenze di alto livello costituiscono il motore della competitività e dell’innovazione per l’Europa.

Le principali iniziative dell’agenda per le nuove competenze

La nuova agenda per le competenze per l’Europa avvia a una serie di iniziative finalizzate ad assicurare a chi vive nell’Unione europea di avere a disposizione la giusta formazione e le giuste competenze: migliorare l’uso delle competenze disponibili e dotare le persone delle nuove competenze oggi necessarie, aiuterà a trovare posti di lavoro di qualità e a godere di migliori opportunità nella vita.

La nuova garanzia per le competenze

Per ridurre il numero di adulti scarsamente qualificati in Europa la Commissione europea propone di istituire una “garanzia per le competenze”, in collaborazione con le parti sociali e gli erogatori di istruzione e formazione.

La garanzia dovrebbe aiutare gli adulti scarsamente qualificati ad acquisire un livello minimo di competenze alfabetiche, matematiche e digitali e, se possibile, un complesso di competenze più ampio che permetta loro di accedere a un titolo di istruzione secondaria superiore o equivalente.

La garanzia per le competenze dovrebbe essere aperta agli occupati e ai disoccupati che non possono usufruire della “garanzia per i giovani”, e attuata dagli Stati membri.

A chi non ha un titolo di istruzione secondaria superiore, la garanzia per le competenze offrirebbe:

  • in primo luogo, una valutazione delle competenze così da poter individuare le competenze già possedute e le esigenze di riqualificazione,
  • in secondo luogo, un’offerta di apprendimento personalizzata adeguata alle esigenze specifiche del singolo e dei mercati del lavoro locali e,
  • in terzo luogo, la possibilità di fare convalidare e riconoscere le competenze acquisite.

La revisione del quadro delle competenze chiave

La Commissione propone agli Stati membri di sottoporre a revisione la raccomandazione del 2006 sulle competenze chiave, al fine di allinearla alle trasformazioni economiche e sociali avvenute in quest’ultimo decennio.

La revisione contribuirà ulteriormente a un’intesa comune su un nucleo di competenze chiave necessarie per vivere e lavorare nel XXI secolo e promuoverà l’introduzione di esse nei programmi di istruzione e formazione e nelle strategie nazionali relative alle competenze.

L’iniziativa aiuterà inoltre a delineare, sviluppare, valutare, convalidare e comparare meglio le competenze chiave e le competenze correlate in ambienti di apprendimento formali, non formali e informali.

Particolare attenzione sarà rivolta alle competenze imprenditoriali (aiutare le persone a essere più creative, innovative, proattive e a cogliere le opportunità), anche incoraggiando misure che permettano a tutti i giovani di fare un’esperienza imprenditoriale pratica prima di terminare gli studi; rilevanti saranno anche le “competenze digitali” e le “competenze verdi”.

Il monitoraggio dei percorsi di carriera dei laureati

Per aiutare gli studenti e gli erogatori di istruzione a valutare la pertinenza dell’offerta di apprendimento, la Commissione proporrà nel 2017 un’iniziativa di monitoraggio dei percorsi di carriera dei laureati, per migliorare le informazioni sui progressi dei laureati nel mercato del lavoro.

Il feedback ricevuto dai laureati sui posti di lavoro che occupano e sui percorsi di carriera intrapresi sarà utilissimo non solo per le università e gli istituti superiori, ma anche per le amministrazioni nazionali: darà un’indicazione sugli impieghi conseguiti, fornirà informazioni sulle tendenze del mercato del lavoro e permetterà di capire quali siano i punti di forza e le carenze dei programmi di istruzione. Infine, offrirà informazioni e orientamento ai futuri studenti e alle loro famiglie per compiere la scelta del percorso di studi.

La “coalizione per le competenze e le occupazioni digitali”

Le competenze digitali sono competenze trasversali. L’agenda, nel solco della grande coalizione per l’occupazione nel digitale, invita gli Stati membri a condividere le migliori pratiche, a sviluppare strategie globali in materia di competenze digitali in base agli obiettivi e a inserire le competenze digitali in tutti i livelli di istruzione e formazione.

E’ un aspetto essenziale soprattutto per l’Italia come evidenziano le due tabelle seguenti.

Fonte: Commissione europea

Fonte: Commissione europea

 

La revisione del quadro europeo delle qualifiche (EQF)

La revisione del quadro europeo delle qualifiche (EQF) faciliterà la comparazione delle qualifiche tra i vari Paesi europei e aiuterà i discenti, i lavoratori e i datori di lavoro a capire quali siano le conoscenze e le capacità pratiche di un candidato a un posto di lavoro.

Il nuovo EQF renderà più semplici anche il confronto e la comprensione delle qualifiche dei cittadini di paesi terzi.

Lo strumento per le competenze dei migranti

La tempestiva individuazione delle competenze dei migranti può aiutare a definire meglio i primi passi necessari per una loro integrazione effettiva nelle società e nei mercati del lavoro dell’Unione europea. Lo “strumento per le competenze per i cittadini dei paesi terzi” faciliterà una definizione e una valutazione tempestive delle competenze e delle qualifiche dei richiedenti asilo, dei rifugiati e degli altri migranti da parte degli operatori dei servizi di sostegno che si occupano di loro immediatamente dopo il loro arrivo.

La Commissione sosterrà anche la formazione del personale nelle strutture di accoglienza per procedure di riconoscimento più rapide, anche grazie alla condivisione delle migliori pratiche e alla diffusione delle informazioni sulla trasparenza e sul riconoscimento delle qualifiche.

Verranno messi a disposizione dei migranti e dei rifugiati arrivati da poco corsi di lingue online erogati tramite il sostegno linguistico online di Erasmus+. Circa 100.000 rifugiati avranno la possibilità di beneficiare di corsi di lingua online nell’arco di 3 anni.

Il nuovo Europass per la scelta dei percorsi di carriera e di apprendimento

Grazie a un sistema online di facile utilizzo, il nuovo Europass offrirà una gamma più ampia di strumenti e servizi per accompagnare le persone nella scelta dei percorsi di carriera e di apprendimento. Tra gli strumenti proposti da Europass vi sono un compilatore di CV per documentare le qualifiche e le competenze, strumenti di autovalutazione gratuiti e informazioni sulle competenze e le qualifiche in Europa.

Utilizzando i dati rilevati nel quadro della panoramica europea delle competenze Europass potrà, grazie al crawling del web e all’analisi di big data, aiutare a scegliere i percorsi di carriera e di apprendimento con informazioni precise e aggiornate in tempo reale.

Il piano per la cooperazione settoriale sulle competenze

Il “piano per la cooperazione settoriale sulle competenze” è un’iniziativa finalizzata a migliorare la corrispondenza tra le qualifiche in settori specifici. Sosterrà l’istituzione di partenariati settoriali sulle competenze, sia nell’industria che nei servizi, per applicare strategie settoriali per i prossimi 5-10 anni al fine di individuare i fabbisogni di competenze e sviluppare soluzioni concrete, quali lo sviluppo congiunto di maggiori e migliori opportunità di istruzione e formazione professionale, i partenariati imprese-istruzione-ricerca e la promozione di accordi sul riconoscimento di qualifiche e certificazioni settoriali.

Il piano aiuterà a mobilitare e a coordinare operatori chiave del settore economico, stimolerà gli investimenti privati e incoraggerà un uso più strategico dei programmi di finanziamento dell’UE e nazionali.

Il piano sarà sostenuto da finanziamenti dell’UE esistenti e sarà inizialmente sperimentato – mediante un processo indotto dalla domanda – in sei settori: automobilistico, della difesa, delle tecnologie marittime, spaziale, tessile e del turismo.

In una seconda fase saranno valutati ulteriori settori (quali quello edile, siderurgico, sanitario, delle tecnologie verdi e delle energie rinnovabili).

L’istruzione e la formazione professionale (IFP)

Al fine di aiutare i discenti dell’istruzione e formazione professionale ad avvicinarsi di più al mondo del lavoro, la Commissione elaborerà una serie di servizi di supporto per facilitare la condivisione delle conoscenze, le attività di rete e la collaborazione sull’apprendistato nel contesto dell’Alleanza europea per l’apprendistato, sulla base della proficua esperienza del coinvolgimento degli attori del mercato del lavoro.

Il “patto per la gioventù” varato di recente mira a generare 100.000 nuove opportunità di apprendistato, tirocinio o posti di lavoro iniziali e a istituire 10.000 partenariati imprese-istruzione.

I fondi dell’Unione per finanziare la nuova agenda per le competenze

Nel periodo 2014-2020 verranno conferiti oltre 30 miliardi di euro a sostegno dello sviluppo delle competenze, principalmente mediante interventi dei fondi strutturali e d’investimento europei, ossia il fondo sociale europeo (FSE) e il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR).

Il programma Erasmus+ finanzierà inoltre lo sviluppo delle competenze nel campo dell’istruzione e della formazione con quasi 15 miliardi di euro.

Contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda anche altri fondi quali il fondo asilo, migrazione e integrazione (AMIF) e il programma quadro “Orizzonte 2020”.

Saranno sfruttate appieno anche le possibilità offerte dalla BEI e da altri soggetti e prodotti finanziari, compreso il fondo europeo per gli investimenti strategici, per stimolare gli investimenti del settore privato nello sviluppo delle competenze.

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito Internet della Commissione europea dedicato alla agenda per le competenze.

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