Un nuovo approccio globale all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue

14 giugno 2019 di Mauro Varotto

La competenza alfabetica funzionale e la competenza multilinguistica figurano tra le otto competenze chiave definite nella raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 2018, che ho già presentato in questo blog.

Eppure, quasi la metà degli europei dichiara di non essere in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa dalla propria prima lingua. Solo quattro studenti su dieci nell’ambito dell’istruzione secondaria raggiungono una conoscenza a “livello intermedio” nella prima lingua straniera, che corrisponde alla capacità di sostenere una conversazione semplice. Solo un quarto raggiunge tale livello per la seconda lingua straniera.

Inoltre, un’analisi comparativa delle lingue nell’istruzione e nella formazione condotta dalla Commissione europea ha evidenziato che la maggior parte degli Stati membri riscontra difficoltà nel garantire risultati di apprendimento adeguati nel campo delle lingue.

Pur presenti in tutti i settori dell’istruzione, le sfide sono particolarmente rilevanti nel campo dell’istruzione e della formazione professionale, dove l’apprendimento delle lingue è oggetto di minore attenzione.

Come conciliare tali dati con l’aumento della mobilità a scopo di istruzione, formazione e lavoro all’interno dell’Unione europea, con i crescenti flussi migratori da paesi terzi verso l’Unione e, in generale, con l’incremento della cooperazione in tutti gli ambiti della cultura e dell’economia a livello mondiale?

E’ chiaro che “i sistemi di istruzione e formazione devono riconsiderare le sfide connesse all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue nonché le opportunità offerte dalla diversità linguistica europea”, come scrivono i Ministri dell’istruzione dei ventotto Stati membri nell’Unione europea in una recente raccomandazione politica nella quale si propone un nuovo approccio globale all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue.

La raccomandazione nasce nel solto dell’importante comunicazione intitolata: “Rafforzare l’identità europea grazie all’istruzione e alla cultura” in cui la Commissione europea illustra “l’idea di uno spazio europeo dell’istruzione nel quale l’istruzione, la formazione e la ricerca inclusive e di alta qualità non siano limitate da confini, in cui sia consuetudine trascorrere un periodo in un altro Stato membro per studiare, formarsi o lavorare, in cui parlare altre due lingue oltre alla propria lingua madre sia una pratica molto più diffusa e le persone abbiano un forte senso della propria identità di europei, nonché consapevolezza del comune patrimonio culturale e linguistico dell’Europa e della sua diversità”.

Essa invita gli Stati membri, innanzitutto, a esaminare e porre in atto le migliori modalità “per aiutare tutti i giovani ad acquisire entro il termine del percorso di istruzione e formazione secondaria superiore – in aggiunta alle lingue di scolarizzazione -, se possibile, un livello di competenza in almeno un’altra lingua europea che consenta loro di utilizzare efficacemente tale lingua a fini sociali, di apprendimento e professionali, nonché per incoraggiare l’acquisizione di un’ulteriore (terza) lingua a un livello che consenta loro di interagire con una certa scioltezza”.

In proposito apro una breve parentesi per sottolineare che per l’Unione europea anche l’acquisizione delle lingue classiche, come il greco antico e il latino, può far parte del repertorio linguistico del discente. Non è un caso che, in Europa e nel mondo, fioriscano numerose iniziative di apprendimento di greco antico e di latino, peraltro come lingue di uso corrente: in Italia, solo per fare un esempio, segnalo le attività del “Centro di Studi Classici Greco Latino Vivo”, che riscontrano un crescente successo di pubblico.

Tornando alla raccomandazione dei Ministri, in secondo luogo, essa auspica che l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue a livello nazionale, regionale, locale o di singola scuola adotti un nuovo approccio, definito “approccio globale”, avvalendosi, se opportuno, di alcuni esempi di strategie proposti in allegato alla stessa raccomandazione.

L’allegato della raccomandazione, infatti, elenca una serie di principi pedagogici e di buone pratiche, che hanno il comune scopo di aumentare la consapevolezza linguistica generale nelle scuole, con l’obiettivo ultimo di migliorare i risultati nell’apprendimento delle lingue.

Gli esempi di buone pratiche indicati nella raccomandazione riguardano quattro ambiti:

  1. come introdurre il multilinguismo nelle scuole e negli istituti di istruzione e formazione professionale, ad esempio attraverso un atteggiamento positivo nei confronti della diversità linguistica, l’integrazione trasversale della competenza e della consapevolezza linguistica nei curricoli, le sinergie con attività extracurricolari;
  2. metodologie per un insegnamento efficiente e innovativo per migliorare l’apprendimento delle lingue, attraverso il potenziamento degli strumenti digitali, la cooperazione virtuale tra le scuole attraverso eTwinning e la mobilità degli alunni;
  3. mezzi di sostegno a insegnanti e formatori, ad esempio incentivandoli a partecipare a programmi di scambio transnazionali; l’introduzione di assistenti di lingua straniera ai diversi livelli scolastici e la formazione continua;
  4. infine, partenariati e collegamenti a sostegno dell’apprendimento delle lingue nell’ambiente scolastico in senso lato, ad esempio tra scuole e genitori, tra scuole e centri culturali o linguistici e biblioteche, tra scuole ed enti locali, tra scuole e imprese, ecc.

Infine, nel testo della raccomandazione e del suo allegato si troveranno ulteriori spunti di riflessione e proposte operative.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Raccomandazione del Consiglio, del 22 maggio 2019, su un approccio globale all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue, in GU UE C 189 del 5.6.2019, pp. 15-22

Comunicazione della Commissione europea, Rafforzare l’identità europea grazie all’istruzione e alla cultura, doc. COM(2017) 673 del 14 novembre 2017

 

 

 

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